Sentirsi uomo o donna a prescindere dal proprio corpo non verrà più considerata come una malattia. Infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità ha appena trasferito la disforia di genere, ovvero il malessere percepito da una persona che non si riconosce nel sesso assegnato alla nascita, dall’elenco delle malattie mentali a quello dei disturbi della salute sessuale. È questo uno dei tanti storici aggiornamenti voluti dall’Oms nella sua nuova e undicesima versione dell’International Statistical Classification of Diseases anche Related Health Problems (Icd-11), l’elenco che racchiude tutte le patologie e le condizioni di salute.
La disforia di genere
Mentre prima la disforia di genere veniva considerata come un disturbo dell’identità di genere ora, si legge nel documento, è definita come la marcata e persistente incongruenza tra il genere vissuto ed espresso di una persona e il sesso biologico assegnato. “È ormai chiaro che essere transgender non è una malattia mentale”, commenta Lale Say, esperta di salute riproduttiva dell’Oms, sottolineando che la vecchia classificazione nelle malattie mentali “può causare un enorme stigma per le persone transgender, che hanno importanti bisogni di salute, e che possono essere ora soddisfatti grazie alla classificazione del nuovo documento”.
Come vi avevamo raccontato l’estate scorsa, la decisione dell’Oms di lasciarla all’interno dell’Icd è per garantire l’accesso alle importanti cure sanitarie, come quelle ormonali, a cui le persone transgender posso decidere di sottoporsi. Tuttavia, la decisione di modificare le linee guida della nuova versione è stata approvata dall’Assemblea mondiale della sanità, l’ogano legislativo dell’Organizzazione mondiale della sanità, solamente pochi giorni fa, ed entrerà in vigore il primo gennaio del 2022.
Stigma e discriminazione
Da oggi, secondo quanto riferito da Graeme Reid, direttore dei diritti transgender dello Human Rights Watch, i cambiamenti dovrebbero iniziare immediatamente ad avere un effetto a catena in tutto il mondo. “I governi dovrebbero riformare rapidamente le leggi e i sistemi medici nazionali” che si conformano a questa “diagnosi ufficialmente superata”, ha affermato in una nota.
Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per aumentare la comprensione della disforia di genere, un cambiamento del genere è davvero significativo. “Le persone transgender stanno combattendo stigma e discriminazione che possono essere ricondotti in parte ai sistemi sanitari che hanno storicamente diagnosticato l’incongruenza di genere come patologia mentale”, ha sottolineato Reid. “Sono invece lo stigma, la discriminazione e il bullismo, e non qualcosa di inerente alla disforia di genere , che possono causare problemi di salute mentale alle persone transgender”.
Via: Wired.it
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