È comunemente considerata una malattia maschio-dominante, la cefalea a grappolo, ma nel corso degli anni il rapporto maschi-femmine colpiti dalla patologia è cambiato. E anche l’immagine della malattia continua a cambiare. Uno studio svedese infatti, pubblicato su Neurology, torna sulla questione di genere, e mostra come la cefalea colpisca in maniera differente i due sessi e che in realtà le donne possono essere affette da una forma più grave di cefalea, con attacchi più lunghi e più debilitanti.
Cefalea a grappolo: cosa è e come si presenta
La cefalea a grappolo – ricorda l’Istituto superiore di sanità – è la forma più grave di mal di testa, colpisce circa 1 persona su 500, ed è caratterizzata da un dolore che interessa un solo lato della testa, concentrandosi spesso nella zona attorno all’occhio, con una durata compresa tra i 15 minuti e le 3 ore, anche più volte al giorno. E’ una malattia ciclica, in cui manifestazioni si alternano a periodi di remissione. Gli attacchi, quando cioè si manifesta il dolore, vengono chiamati “grappoli” o “cluster”. Alcune forme – cosiddette episodiche – si caratterizzano da dolore che si ripresenta dopo uno o due mesi di remissione, quando invece gli attacchi si presentano per tutto l’anno senza significativi intervalli, si parla di cefalee croniche, e si stima che siano circa il 10-20% di tutte le cefalee a grappolo.
La cefalea a grappolo non è una malattia “maschile”
La cefalea a grappolo è sempre stata considerata una patologia più diffusa negli uomini rispetto alle donne, ma dai risultati dello studio svedese, che ha coinvolto più di 800 individui, anche le donne risultano essere molto colpite e soprattutto in modo diverso dagli uomini. Non parliamo di numeri assoluti, ma dalla ricerca emerge come è più alta la quota di donne affetta da cefalea a grappolo con forme croniche, con attacchi di maggior durata e in una forma più estenuante. Le donne usano di più anche medicinali a scopo profilattico. Nelle donne gli episodi sono più frequenti durante la notte e nelle prime ore del mattino, con picchi che si verificano in autunno e in primavera, periodi dell’anno in cui si verifica un cambi dell’intensità della luce naturale, a conferma del ruolo dell’ipotalamo – un’area che controlla il ritmo sonno-veglia, e da tempo sospettata essere legata alla malattia – nella cefalea a grappolo.
I ricercatori hanno anche analizzato i possibili fattori responsabili dell’insorgenza della cefalea: lo stress e la durata del sonno sembrano avere un ruolo importante. Le donne affette dalla patologia infatti, segnalavano una ridotta durata del sonno rispetto agli uomini e alti livelli di stress. Secondo gli esperti, l’eccitazione indotta dallo stress può portare alla privazione del sonno che di conseguenza contribuisce a scatenare un attacco di cefalea. Questi dati, concludono i ricercatori, testimoniano come la cefalea a grappolo sia ancora mal diagnosticata nelle donne, quindi potranno essere di aiuto nel comprendere come questa patologia si presenta in modo differente nei due sessi.
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