Le mele di coltivazione biologica sono più buone, rispettano l’ambiente e sono più convenienti per i contadini. Non sono parole del popolo di Seattle ma dei ricercatori della Washington State University che hanno condotto uno studio comparativo fra la coltivazione convenzionale, la coltivazione organica e l’integrazione dei due sistemi sull’arco di cinque anni. Il primo dato importante che emerge dallo studio, pubblicato su Nature, è che non vi sono differenze quantitative di rilievo nella resa dei diversi sistemi. L’agricoltura biologica si è invece rivelata decisamente migliore nell’impatto ambientale. Meno acqua e meno energia sono necessarie per questo tipo di coltivazione, che risulta quindi il sistema più sostenibile riguardo alle risorse. Non solo. Anche il suolo trae vantaggi dall’approccio biologico, che ne preserva le qualità e ne accresce la capacità di trattenere l’acqua e di resistere all’erosione. Lo studio dimostra inoltre che, con i prezzi attuali più alti per l’agricoltura organica, questo sistema riesce in minor tempo a produrre profitto per il coltivatore. E i risultati sarebbero ancora migliori se negli Stati Uniti si commerciassero, come in Italia, anche frutti il cui aspetto non è “perfetto”. Ma soprattutto, i ricercatori sottolineano che le prove sensoriali vanno tutte a favore delle mele organiche. Sia appena raccolte che dopo una conservazione di sei mesi, queste sono risultate più dolci e più saporite al palato dei degustatori, mentre la degradazione del frutto è apparsa simile per tutti sistemi di coltivazione. Basterà l’autorità di Nature per convincere gli agricoltori a tentare la strada biologica? (m.c.)