Fino a ora erano solo indiscrezioni, adesso è finalmente ufficiale: Lhc ha trovato una nuova particella e può essere il bosone di Higgs. Lo confermano i ricercatori del Cern di Ginevra nella conferenza stampa di stamattina, trasmessa in diretta mondiale via Web e seguita con orecchie attentissime dalla comunità scientifica di tutto il mondo. È un risultato importantissimo per la fisica delle alte energie, che attendeva da cinquant’anni l’evidenza sperimentale dell’esistenza della sfuggente particella per confermare le predizioni teoriche del Modello Standard.
La ragionevole certezza dell’esistenza della “particella di dio” arriva dai risultati di due esperimenti indipendenti, Atlas e Cms, svolti presso Lhc (Large Hadron Collider), il grande acceleratore di particelle di Ginevra. Il comunicato stampa ufficiale del Cern recita che i due esperimenti hanno rilevato “forti indicazioni della presenza di una nuova particella attorno alla regione di massa di 126 GeV”, proprio quella prevista per l’Higgs: una dichiarazione che, vista la cautela estrema con cui i fisici delle alte energie sono soliti esprimersi e l’altissima posta in gioco, suona quasi come una conferma definitiva. “Entusiasmante” è il primo commento, laconico ma significativo, di Fernando Ferroni, presidente dell’Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
La conferenza stampa, a cui è naturalmente presente lo stesso Higgs, si è aperta con una nota ironica che rende bene l’idea di quanto sia alta l’attenzione del mondo sulla scoperta: “Oggi comunicheremo risultati importanti riguardo i due esperimenti per ricercare una certa particella, di cui attualmente non ricordo il nome”. Poi, finalmente, si arriva al succo.
Il primo a parlare è Joe Incandela, portavoce di Cms: “I risultati sono ancora preliminari, ma abbiamo un segnale intorno a 125.3 GeV che ha significatività statistica di 5 sigma [il che vuol dire una probabilità di errore dello 0,000028%, nda] : si tratta di una nuova particella. È un bosone, ed è il più pesante bosone finora osservato. Le implicazioni di una scoperta del genere sono così importanti per la fisica che dobbiamo essere estremamente diligenti e controllare i dati in modo maniacale”.
È poi il turno di Fabiola Giannotti, dell’esperimento Atlas: “Con le nostre misure, abbiamo osservato chiaramente una nuova particella, con probabilità di 5 sigma, nella regione di massa attorno a 126.5 GeV. Il funzionamento perfetto di Lhc e gli sforzi di centinaia di ricercatori ci hanno permesso di arrivare a questo risultato fondamentale. Tuttavia, è necessario ancora un po’ di tempo per la pubblicazione definitiva dei dati”.
Infine il direttore del Cern, Rolf Heur, tira le somme raccogliendo una standing ovation dalla platea: “Stiamo ponendo una pietra miliare nella storia della fisica. Abbiamo osservato una particella compatibile con il bosone di Higgs: possiamo essere ottimisti e orgogliosi per il futuro”.
Arriva anche il momento delle congratulazioni del professor Higgs in persona, visibilmente (e ragionevolmente) emozionato: “Mi complimento con tutti per questo straordinario risultato sperimentale e per gli sforzi di tutta la comunità scientifica. È un giorno che ricorderò a lungo”.
Una nuova particella, dunque, osservata in modo indipendente da due esperimenti separati con certezza statistica prossima al 100% e massa compatibile con l’Higgs: a questo punto è davvero difficile dubitare ancora dell’esistenza del bosone. In qualsiasi modo si chiami, comunque, restano ancora da studiarne le proprietà: coincidono con quelle previste dalla teoria o si tratta di qualcosa di più esotico? Per comprenderlo, Giannotti sostiene di aver bisogno di altri dati: “Siamo solo all’inizio, ma stiamo entrando nell’era di Higgs. Abbiamo analizzato appena un terzo di tutti i dati raccolti: invito quindi tutti, e in particolare i colleghi teorici, ad avere ancora un po’ di pazienza. Siamo più che orgogliosi dei risultati ottenuti, ma non dobbiamo fermarci”.
Qual è il motivo di tanto accanimento da parte della comunità scientifica? Non si tratta di pura speculazione intellettuale, né dell’ennesima particella che andrà ad arricchire gli elenchi nei manuali di fisica nucleare. L’Higgs è molto di più, come spiega Antonio Masiero, fisico teorico e vicepresidente Infn: “Il bosone gioca un ruolo cruciale per capire com’è fatto l’Universo: la misura precisa della sua massa ci permetterà di conoscere il passato – quello che è avvenuto un decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang – così come il futuro. Infatti, il destino dell’Universo, in termini di stabilità o instabilità, dipende criticamente dalla massa dell’Higgs: la misura attuale di circa 125 GeV sembra collocarlo in una zona indefinita (la cosiddetta metastabilità, ndr.). Come a dire: il mondo ancora non ha deciso in che direzione andare”.
via wired.it
Credit immagine a Ethan Hein / Flickr
Articolo aggiornato il 4 luglio alle ore 11,11
Su Wikipedia hanno già indicato la massa dell’Higgs, ossia 125,3 GeV/c^2 …tradotta in Kg, se non ho sbagliato i calcoli, dovrebbe essere di ca. 2,23 . 10^-25 Kg. Per chi volesse divertirsi a calcolare la massa in Kg…
[(125,3 . 10^9 . 1,602 . 10^-19 . Kg. m^2) / s^2] : [(9 . 10^16 . m^2) / s^2]
Fausto Intilla
http://www.oloscience.com
Già, non possono continuare in eterno con le loro ricerche e davanti al totale disinteresse del mondo. l’hanno sparato grosso.
Hanno scoperto, o forse dobbiamo dire: hanno creato, una particella che pare che sia anche un “campo”, che penetra in tutto l’universo, Particella che si è formato un miliardesimo di “secondo” dopo che un punto senza spazio ne tempo, ma infinitamente caldo ha inniziato ad espandersi in tutte le direzioni.
In Olanda, con una notizia così, si dice: “me la butti pure nel mio capello” 🙂