La dentatura dell’Helicoprion è un mistero che ha acceso l’immaginazione dei paleontologi per oltre un secolo. Si tratta infatti di una spirale di denti unica nel regno animale, simile alla lama di una sega circolare. Non essendo stati rinvenuti altri resti del teschio, gli scienziati non erano mai riusciti a comprendere in che modo i denti fossero posizionati nella bocca del pesce, e che uso questi ne facesse. Almeno fino a oggi. Un nuovo studio della Idaho State University, pubblicato su Biology Letters, svela infatti finalmente quale fosse la reale posizione della strana dentatura. Utilizzando una ricostruzione virtuale tridimensionale, i ricercatori sono riusciti a scoprire che i denti erano posti in verticale verso il fondo della bocca ed erano utilizzati per tagliare le prede come una sega, grazie al movimento impresso dalla mandibola inferiore.
L’Helicoprion era un pesce cartilagineo strettamente imparentato con gli squali, vissuto sulla terra circa 270 milioni di anni fa. Poiché le cartilagini si conservano difficilmente nei fossili, gli unici resti di questo animale giunti fino a noi sono i suoi denti, dalla strana forma a spirale. Una delle ipotesi più diffuse è che questi fossero posti al di fuori della bocca dell’animale, e venissero utilizzati per rompere il guscio di conchiglie ed ammoniti. Ipotesi, però, che è stata sconfessata dallo studio.
I ricercatori hanno potuto utilizzare per la prima volta un campione fossile proveniente dal museo di storia naturale dell’università, l’unico mai scoperto che conservasse traccia della cartilagine del cranio del pesce. In questo modo, sono riusciti a costruire un modello virtuale tridimensionale della testa, che ha permesso di chiarire la posizione dei denti e le probabili abitudini alimentari dell’Helicoprion. “La dentatura a spirale era posizionata sul fondo della bocca, vicino all’articolazione posteriore della mascella“, spiega Leif Tapanila, primo autore dell’articolo. I denti funzionavano come una sega, e tagliavano le prede grazie ad un movimento rotatorio creato dalla chiusura della mandibola. Per questo motivo i ricercatori ritengono che le prede del pesce fossero in realtà animali dalla carne soffice, come calamari e meduse, piuttosto che conchiglie o anemoni.
Il modello creato dal team di Tapanila ha permesso inoltre di determinare con maggior precisione l’origine filogenetica dell’animale. In precedenza si riteneva infatti che fosse un antico membro della famiglia degli squali, ma il nuovo studio dimostra che era probabilmente imparentato più strettamente con la sottoclasse di pesci definiti Holocephali. “In realtà, l’unica cosa che l’Helicoprion ha in comune con gli squali sono i denti, per il resto è uguale agli attuali Holocephali”, conclude Tapanila.
Riferimenti: Biology Letters doi:10.1098/rsbl.2013.0057
Credits immagine: Ray Troll