Aveva un pozzo, un cimitero, palazzi a due piani e fosse rituali. Dietro le sue tre cinte murarie vivevano più di 300 persone, che si dedicavano ad artigianato, commercio e allevamento di bestiame. E’ l’insediamento scoperto da un gruppo di archeologi dell’Istituto Nazionale di Archeologia Bulgaro nel sito di Provadia-Solnitsata, in Bulgaria: la datazione al carbonio colloca la vecchia città tra il 4700 e il 4200 a.C., rendendola quindi la più antica mai scoperta in Europa. La fondazione delle prime polis greche sarebbe avvenuta solo 1500 anni dopo.
“Non stiamo parlando di città nel senso delle città-stato greche, o di quelle romane o medioevali – spiega Vasil Nikolov, uno dei ricercatori che stanno analizzando il sito bulgaro – ma di un insediamento con le caratteristiche che gli archeologi normalmente ritengono identificative di una città del 5000 a.C.”. Nei pressi dell’abitato infatti è stata scoperta anche una piccola necropoli, probabilmente al contempo cimitero e centro religioso, con molti reperti, come monili e oggetti rituali, che testimoniano tecniche di sepoltura inusuali. La presenza di questo centro di culto – insieme a quella delle tre cinte murarie, molto alte e costruite con pesanti blocchi di pietra – sono caratteristiche anomale per i piccoli insediamenti neolitici della regione, e contribuiscono quindi a configurare il sito come un centro estremamente popoloso per quel periodo.
Ma cosa può aver portato alla nascita di una comunità così florida? “In un periodo in cui non si conosceva ancora l’uso della ruota, queste persone spostavano pietre gigantesche, e costruivano enormi mura difensive”, spiega Nikolov: “Perché? Cosa nascondevano dietro di esse?”. La risposta per i ricercatori è chiara: il sale. Questa materia prima, di cui la zona è particolarmente fornita, rappresentava infatti nell’antichità un’enorme fonte di ricchezza, fondamentale nella vita quotidiana, e utilizzata fino al 600 a.C. come merce di lusso e come valuta negli scambi commerciali.
Quelle trovate nel sito bulgaro inoltre sono le più antiche tracce di una produzione di sale mai scoperte nell’Europa sud-orientale. Questo veniva ricavato dalle acque salmastre di una fonte locale, che venivano bollite per ottenere il materiale solido, cotto in seguito con delle fornaci e lavorato in mattoni. La produzione sarebbe aumentata costantemente nel tempo, passando dai 25 chilogrammi per carico del 5.500 a.C. alle 4/5 tonnellate di un millennio più tardi. “In un periodo in cui il sale era prezioso come l’oro, potete immaginare cosa significasse una produzione del genere”, conclude Nikolov.
Il ricco commercio del sale avrebbe dato alla comunità di Provadia-Solnitsata un grande potere economico, e potrebbe quindi spiegare un altro ritrovamento all’interno della necropoli: oltre 3.000 reperti in oro, tra gioielli e oggetti rituali, risalenti a circa il 4.300 a.C. E secondo gli esperti, questo darebbe all’insediamento bulgaro un ulteriore primato: quello del più antico tesoro di oggetti in oro del mondo, accumulato dagli abitanti di questa antica città grazie ai proventi dei loro commerci.
Riferimenti: Afp
Credits immagine: Google Maps