Decessi, infezioni e allergie sono gli effetti tangibili dei cambiamenti climatici sulla salute umana. A riscontrarli sono stati gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel corso di una ricerca epidemiologica condotta in Europa e presentata durante il summit internazionale sul clima in corso a Montreal, in Canada. Secondo i dati, da 50 anni a questa parte le alluvioni, le ondate di calore e il mutato regime delle precipitazioni e delle temperature stagionali causano sempre più morti e malattie. L’ondata di calore che ha colpito l’Europa Occidentale nel 2003 ha fatto morire 35 mila persone, ma il numero dei decessi per malattie cardiovascolari o disordini renali e metabolici da calore è destinato a crescere: in Gran Bretagna sarà quattro volte superiore all’attuale nel 2050, passando da 800 persone a oltre 3.300, mentre in Portogallo aumenterà del 50 per cento nel 2020 passando da 600 a 1.500. Le 30 alluvioni verificatesi nel nostro continente dal 1995 al 2004 hanno provocato infezioni e traumi che hanno fatto alcune migliaia di vittime qualche tempo dopo gli eventi. L’aumento delle temperature medie è invece la causa della maggiore diffusione di alcune malattie, come il morbo di lyme, veicolato dagli insetti delle zone temperate, e la Tbe, trasmessa dalle zecche. Entrambe queste infezioni hanno raggiunto i paesi scandinavi, come anche la leishmaniosi, veicolata dai pappataci, che si sta diffondendo in aree dell’Italia Settentrionale, della Germania e della Svizzera. Il clima che cambia si sta manifestando anche con un aumento delle allergie, che secondo l’Oms dipende al prolungamento di circa 10 giorni della stagione dei pollini negli ultimi anni. (r.p.) (martedì 6 dicembre)