Aggrappati alla loro tela, sistemata a mo’ di mongolfiera, alcuni tipi di ragni possono percorrere in volo anche diverse miglia. È il fenomeno dello spider ballooning o dei capelli d’angelo, che in tempi recenti ha acceso la fantasia dei sostenitori delle scie chimiche ma che è noto dall’800. A osservarlo già nel 1832 era stato un giovanissimo Charles Darwin, in occasione di una spedizione in Argentina descritta poi in Viaggio di un naturalista intorno al mondo. La spiegazione finora prevalente tra gli scienziati era che il ragno “aeronauta” si lasciasse trasportare dal vento. Una nuova ricerca di Bristol, apparsa su Current Biology, mostra che a stimolare il ballooning sono i campi elettrici atmosferici.
Un’ipotesi che era stata ventilata anche a inizio ‘800, ma mai testata e alla fine accantonata. Eppure i campi elettrici e il gradiente di potenziale atmosferico – un circuito che varia in funzioni delle condizioni meteo ma che è sempre presente tra Terra e ionosfera – hanno un ruolo rilevante nei sistemi biologici. Le api ne usano la carica per comunicare all’interno dell’alveare. E la seta dei ragni è un efficace isolante elettrico. “Michael Faraday la usò nella prima misurazione quantitativa del campo elettrico” ricordano i ricercatori di Bristol Erica Morley e Daniel Robert, che sono rimasti affascinati dalla teoria del ballooning elettrostatico nel 2013 e hanno pensato di verificare in laboratorio la reazione dei ragni ai campi elettrici.
Morley e Robert hanno posizionato alcuni esemplari di ragni adulti della famiglia Linyphiidae su una striscia di cartone, inserita in un box di policarbonato, posto poi in una gabbia di Faraday.
In quell’ambiente isolato e in assenza di movimenti d’aria i ricercatori hanno osservato che il “volo” dei ragni aumentava in presenza di campi elettrici. Ad agire come sensori, è stato verificato nello studio, sarebbero i minuscoli filamenti simili a capelli (trichobothria) presenti sul corpo dei ragni. “Noi non sappiamo ancora se i campi elettrici siano una condizione necessaria del ballooning – spiega Erica Morley – ma senza dubbio è una condizione sufficiente”. Il campo elettrico non solo innesca il fenomeno, ma può aiutare a prendere quota, in assenza di vento e movimenti d’aria.
Conoscere il meccanismo che aiuta i ragni a volare – e il fenomeno riguarda anche lepidotteri o alcuni tipi di acaro – può aiutare i ricercatori a prevedere i flussi migratori. “Il ballooning rappresenta una parte dei significativi bioflussi stagionali – spiegano gli autori dello studio – Studiare il ruolo dell’elettricità atmosferica e il modo in cui i ragni la rilevano aiuta a prevedere il trasporto di nutrienti, agenti patogeni, parassiti agricoli e predatori tra ecosistemi e biomi”.
Riferimenti: Current Biology
Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara