Energia dalle foglie al vento: creato un oleandro che produce elettricità

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Un oleandro in terrazzo per illuminare tutta la casa, un boschetto per alimentare un intero quartiere, una foresta per una città… E’ la nuova frontiera dell’energia sostenibile: un sistema eolico verde di nome e di fatto e ad annunciarla è un gruppo di ricerca delI’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, Pisa.  Sulle pagine di Advanced Functional Materials, i ricercatori del  Center for Micro-Bio Robotics (CMBR) dell’IIT svelano i meccanismi della “elettrificazione a contatto”  utilizzata dalle piante e presentano il primo “albero ibrido”, arricchito con foglie artificiali, capace di funzionare come un generatore di elettricità.

Che cos’è l’elettrificazione a contatto

Alcune strutture fogliari sono in grado di convertire le forze meccaniche applicate sulla loro superficie, per esempio, dal vento, in energia elettrica. Attraverso un processo che si chiama “elettrificazione a contatto”, le cariche elettriche vengono raccolte sulla superficie fogliare e poi trasmesse al resto della pianta dal tessuto vegetale, che agisce come un vero e proprio cavo. I ricercatori dell’IIT hanno dimostrato che la tensione generata da una singola foglia ogni volta che viene sfiorata può raggiungere più di 150 Volt, abbastanza per alimentare simultaneamente 100 lampadine a LED. L’elettricità può essere utilizzata direttamente, collegando una sorta di “presa elettrica“ allo stelo della pianta.

L’oleandro elettrico

Per la prima volta, gli scienziati del Center for Micro-Bio Robotics (CMBR) dell’IIT hanno anche trovato un modo per sfruttare questo processo per realizzare un dispositivo “verde“, di nome e di fatto, in grado di convertire l‘energia eolica in elettricità. Hanno modificato un albero di Oleandro Nerum “addobbandolo” con foglie artificiali che, oscillando al vento, toccano le foglie naturali e attivano la generazione di elettricità della pianta. E quanto più vento c’è, più l’”albero ibrido” produce elettricità. Secondo Barbara Mazzolai, Fabian Meder e altri colleghi, il sistema può essere facilmente riprodotto in dimensioni più grandi: si potrebbe sfruttare l’intera l’intera chioma di un albero o addirittura di una foresta.

Energia per biorobot

Il Center for Micro-Bio Robotics , coordinato da Barbara Mazzolai, è specializzato nello studio e sviluppo di metodi, materiali e tecnologie robotiche innovativi ispirati al mondo biologico. Nel 2012 Mazzolai ha coordinato il progetto Plantoid, finanziato dall’UE, che ha portato alla realizzazione del primo robot pianta al mondo. Questo ultimo studio che ha portato alla realizzazione dell’oleandro ibrido è un primo passo per un altro progetto europeo, coordinato da Mazzolai e in partenza nel 2019, il progetto Growbot, il cui scopo è realizzare robot bioispirati che implementino movimenti di crescita simili alle piante. I nuovi robot, infatti, saranno in parte alimentati dalla nuova fonte di energia derivata dalle piante, dimostrando che le verdi fronde potrebbero essere una delle sorgenti di energia elettrica accessibile in tutto il mondo.

Riferimenti: Advanced Functional Materials

Foto:Di AlvesgasparOpera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento

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