Controllare gli insetti, non solo le persone. Il gruppo di Entomologia Medica del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università Sapienza di Roma – coordinato dalla professoressa Alessandra della Torre e di cui fanno parte Beniamino Caputo e Pietro Cobre – lancia l’allarme alla Regione: “In assenza di vaccino, la lotta contro le zanzare vettrici è l’unico modo per contrastare rischi di epidemia anche nel nostro Paese con l’arrivo delle alte temperature, nonché di numerosi viaggiatori provenienti dai Paesi dove Zika sta dilagando”.
I ricercatori sono certi dell’alto livello di attenzione istituzionale che bisogna prestare sin d’ora al problema. “Poiché la zanzara tigre (Aedes albopictus), molto diffusa a Roma e in altre aree del Lazio, è in grado di trasmettere il virus – scrivono in una nota – esiste un rischio concreto che nel corso della prossima stagione estiva e autunnale si possa assistere a casi di trasmissione autoctona. Tale rischio – aggiungono gli entomologi – è particolarmente alto a causa di vari fattori che presumibilmente genereranno l’arrivo di persone potenzialmente infette da questi Paesi, quali il Giubileo e le prossime Olimpiadi in Brasile”.
Il gruppo di ricerca della Sapienza ha competenze pluriennali nello studio di zanzare e malattie da queste trasmesse, maturate anche nell’ambito di progetti di ricerca internazionali, finalizzati all’ottimizzazione e allo sviluppo di nuove strategie di monitoraggio e controllo.
Gli studiosi chiedono ora un incontro urgente con gli organi competenti della Regione Lazio al fine di proporre attività congiunte mirate alla valutazione e prevenzione del rischio di trasmissione di virus da parte della zanzara tigre.
“L’attenzione va posta soprattutto in luoghi come aeroporti, porti e altre aree di aggregazione di viaggiatori provenienti da Paesi dove il virus si sta diffondendo – dichiara la professoressa della Torre -. È a partire da questi luoghi che va effettuato il monitoraggio entomologico/virologico (la densità delle zanzare e del loro eventuale tasso di infezione virale, ndr) sviluppando al contempo strategie di controllo più efficaci in grado di ridurre le densità delle zanzare senza generare rischi per la salute della popolazione in termini di tossicità ed effetti collaterali”.
Si mira dunque al coordinamento e alla pianificazione di attività di controllo della densità di zanzare nelle aree che risultino a rischio più elevato. “Un’attività che si affianca e non intende assolutamente sostituirsi a quanto già si sta facendo dal punto di vista clinico – precisano i ricercatori. Il nostro approccio parte dalla lotta alle zanzare nella convinzione che agire sulle zanzare vettrici, oltre che sulle persone infette, sia la strategia più efficace anche in termini di impatto economico sulle casse della Regione e dello Stato”.
I ricercatori sottolineano che la zanzara tigre non è solo associata al rischio di trasmissione del virus Zika, ma anche di altri virus patogeni per l’uomo come il virus del Dengue e del Chikungunya molto diffusi in aree tropicali. La prevenzione del rischi di trasmissione di questi virus deve necessariamente anche implicare attività di formazione degli operatori sanitari e di educazione della popolazione. In tal senso, il progetto “Formazione e trasferimento di metodologie innovative ad Imprese del Lazio o dei Paesi del Mediterraneo coinvolte nello studio di infezioni batteriche, virali, fungine e parassitarie” appena finanziato dalla Regione Lazio al Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive, prevede specifiche attività di formazione da concordare con la Regione o altri interlocutori istituzionali.
Tra le Regioni che si sono già prontamente attivate in tal senso, si distingue l’Emilia Romagna che ha lanciato da tempo il portale www.zanzaratigreonline.it, un modello di riferimento anche per il Lazio, dal momento che al proprio interno contiene una mappatura tematica degli insetti presenti sul territorio, nonché dati sempre aggiornati sulla presenza della zanzara in base alla presenza e abbondanza di uova di Aedes albopictus nelle ovitrappole usate per i monitoraggi settimanali eseguiti lungo tutta la stagione estivo/autunnale.
Come da sempre da noi non si fa prevenzione: le leggi sono ma non v’è chi pon mano ade esse. I gommisti espongono gli pneumatici usati alla pioggia a mo di incubatoi di zanzare ma nessuno se ne proccupa. Le polizie locali si preoccupano solo di fare cassa con gli autovelox o con limiti di velocità artatamente concepiti per indurre in errore gli automobilisti.