Secondo un rapporto Ispra del 2011 e 2012, il glifosato è fra gli erbicidi più utilizzati in Italia. La sua pericolosità per la salute è stata a lungo dibattuta negli anni, e finora nessuno studio è stato ritenuto conclusivo e il periodo di approvazione è sempre stato rinnovato. Tuttavia, l’utilizzo massivo degli erbicidi nell’agricoltura mondiale – circa 1.3 miliardi di chili all’anno – e i risultati di una recente indagine che ha mostrato che l’80 per cento della popolazione negli Stati uniti ha segni di glifosato nelle urine, hanno portato gli scienziati a chiedersi se non fossero da valutare più approfonditamente gli effetti sulla salute. E avevano ragione: uno studio uscito recentemente su Scientific Reports, e per ora limitato ad alcuni vermi del terreno, mostra che gli effetti neurologici di questa sostanza possono essere gravi, e verificarsi a concentrazioni molto inferiori rispetto a quelle consentite dalla legge.
Glifosato, l’erbicida sotto accusa
Il glifosato è stato approvato per l’uso in agricoltura negli anni Settanta, ma è diventato di libera produzione solo nel 2001, alla scadenza del brevetto della prima compagnia produttrice Monsanto, che oggi lo vende all’interno di un comune erbicida chiamato Roundup. La prossima licenza di approvazione in Europa scadrà il 15 dicembre 2022: era stata rinnovata nel 2017 dalla Commissione Europea con parere positivo dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa), dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), e di organizzazioni internazionali quali l’Oms e la Fao. Il periodo di validità, però, era stato ristretto rispetto ai canonici 15 anni proprio in seguito ad alcune polemiche sollevate dalla Agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro (Iarc), che lo aveva annoverato fra le sostanze cancerogene.
Glifosato nelle urine
L’uso del glifosato, comunque, è diventato massivo in agricoltura quando, dal 2005 al 2014, sono state introdotte colture transgeniche resistenti alla sostanza, in particolare negli Stati uniti. L’indagine statistica che ha stimolato lo studio, basata su dati rappresentativi dell’intera popolazione statunitense relativi al 2013-2014, mostrava appunto che la maggioranza ingeriva la sostanza e ne portava i segni nelle urine. Attualmente, fra i pesticidi più comunemente venduti e usati vi è proprio Roundup, che contiene una percentuale prevalente di glifosato miscelato ad altri composti chimici.
Per comprendere se il glifosato (o i pesticidi che ne contengono) possa avere importanti implicazioni sulla salute e in quale misura, gli scienziati ne hanno testato l’effetto su alcuni vermi comuni del terreno, i C. elegans. È stato usato inizialmente glifosato in purezza, e in seguito sono state considerate due formulazioni diverse del pesticida Roundup che lo contiene. L’effetto principale del composto chimico è di tipo neurologico e, nello specifico, i danni sono a carico dell’apparato locomotore e determinano l’insorgenza di tremore e convulsioni. L’esperimento ha mostrato che le convulsioni aumentavano proprio in risposta al glifosato e ha individuato i recettori cerebrali colpiti. Si tratta dei cosiddetti Gaba-a, che negli esseri umani sono fondamentali nella regolazione del sonno e dell’umore. L’esperimento ha mostrato anche che, a differenza del glifosato puro, l’esposizione al pesticida Roundup aveva un altro svantaggio: tremori e convulsioni permanevano nel tempo anche una volta terminata l’esposizione.
Danni a concentrazioni anche basse
Il risultato più preoccupante dello studio, comunque, è che la concentrazione di glifosato sufficiente a innescare reazioni avverse sul sistema nervoso è molto inferiore rispetto alla dose minima raccomandata per l’uso del consumatore. Nel caso del C. elegans, infatti, basta una dose 300 volte inferiore alla minima raccomandata per l’utilizzo in agricoltura. Oggi, la concentrazione indicata per ottenere i migliori risultati sull’etichetta del Roundup Super Concentrato è dello 0.98% di glifosato, pari a circa 5 cucchiai di Roundup in 3.8 litri d’acqua, mentre nello studio si dimostra che basta lo 0.002 per cento di glifosato per avere effetti preoccupanti sul sistema nervoso.
Per conoscere gli effetti sull’uomo, e sull’insorgenza di malattie come il Parkinson o altre che comportino un disturbo dell’apparato locomotore e la presenza di convulsioni, occorre comunque condurre analisi dedicate e ampliare innanzitutto lo studio a esseri vertebrati.
Riferimenti: Scientific Reports
Immagine: Martin Ludlam da Pixabay