Dopo due anni di esplorazioni sottomarine, un team franco-egiziano di archeologi ha esposto i resti recuperati dalle rovine di due antiche città, sommerse da oltre mille anni a largo di Alessandria. I ricercatori conoscevano l’esistenza di Menouthif a Herakleion, questi i nomi delle due città, grazie alla letteratura greco-romana che ne descriveva la ricchezza, le arti e i numerosi templi dedicati agli dei Serapis, Isis e Osiris. “Grazie alla tecnologia moderna e agli sforzi del team abbiamo potuto identificare il punto esatto in cui giacevano le rovine” spiega Gaballah Ali Gaballah, direttore del Consiglio Supremo delle Antichità dell’Egitto. “La scoperta di due intere città ci ha lasciato entusiasti, poiché di solito troviamo solo i resti di tombe, chiese o moschee”. Frank Goddio, capo dell’Istituto Europeo di Archeologia Marina con sede principale a Parigi, ritiene che “la crescita del livello del Mar Mediterraneo e la conseguente immersione delle città potrebbe essere stata causata da un terremoto o da cambiamenti climatici”. Sul sito, oltre a gioielli e statue faraoniche, sono state trovate anche monete d’oro risalenti all’epoca bizantina e islamica. Proprio queste fanno supporre agli archeologi che le città furono sommerse non prima dell’VIII secolo d.C. Di particolare interesse una statua di granito nero alta un metro e mezzo e finemente intarsiata, raffigurante il dio Isis. (m.be.)