Alle 22:51 del 20 giugno 2024 ufficialmente entriamo nell’estate, con l’arrivo del solstizio. Più propriamente, il solstizio d’estate arriva e se ne va praticamente subito, rappresentando sostanzialmente un istante, così come accade per gli equinozi. L’istante del solstizio d’estate è quello in cui l’emisfero settentrionale appare più inclinato verso il Sole di qualsiasi altro momento, ricorda la Noaa (per noi qui al Nord, per l’altro emisfero le cose sono diametralmente opposte, qui un utile recap di tutti gli aspetti astronomici). Da sempre festeggiato in diverse aree del mondo, il solstizio d’estate è diventato però ormai sinonimo di un giorno, rimarcano anche dal Royal Museum di Greenwich, ricordando le celebrazioni che avvengono nell’occasione nella vicina Stonehenge (ma non solo). Ecco cinque curiosità sul solstizio d’estate
Se fossimo nello Spazio vedremmo così il solstizio
Lo scatto è stato catturato dal satellite Goes East e mostra il nostro pianeta appena prima del solstizio d’estate, quello dello scorso anno. Il Polo Nord appare completamente illuminato, mentre quello sud giace all’ombra. La situazione si ribalta – da nord e sud – in occasione del solstizio d’inverno.
Allargando lo sguardo lungo tutto l’anno, qualche tempo fa la Nasa aveva pubblicato un’animazione che mostrava la Terra durante l’alternarsi delle stagioni, dove si vede chiaramente come si sposta la linea d’ombra che separa il giorno dalla notte durante solstizi ed equinozi.
Anche Marte ha il suo solstizio (e appare così)
Le stagioni non son certo una prerogativa terrestre, ogni pianeta ne ha. Per analogia con quanto si osserva per il nostro pianeta, si parla di solstizi d’estate per gli altri corpi del Sistema solare quando il polo nord è inclinato verso il Sole, e di solstizio di inverno quanto a esserlo è il polo sud. Ma notevoli sono le differenze con la Terra. Sul nostro pianeta le stagioni sono determinate dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita intorno al Sole e la piccola eccentricità di questa orbita (solo debolmente ellittica) non ha praticamente effetti sul nostro clima.
Generalmente però sono proprio questi due fattori a determinare le stagioni planetarie, chiarisce la Nasa: l’inclinazione dell’asse e la distanza dal Sole (anche se ovviamente altri fattori, quali l’atmosfera, influenzano il clima). Quando si combinano inclinazione dell’asse planetario pronunciata con variazione della distanza dalla nostra stella, ecco che i pianeti possono sperimentare cambiamenti stagionali piuttosto pronunciati. Come capita al vicino Marte. Qui le stagioni durano mediamente il doppio di quelle terrestri.
Non cade sempre nello stesso giorno di giugno
Così come per le altre stagioni, il giorno del solstizio d’estate (di nuovo, in momento in cui lo attraversiamo) può cambiare. Così se quest’anno cade il 20 giugno, nel 2025 cadrà il 21 giugno. Lo scorso anno è stato il 21 giugno alle 16:58 italiane.
Non è il giorno più caldo dell’anno
Il primo giorno d’estate, il giorno più lungo dell’anno. Quello in cui la quantità di radiazione solare ricevuta dall’emisfero settentrionale raggiunge il suo massimo. Ma non è il giorno più caldo dell’anno, perché? La risposta ha a che fare con il fatto che la Terra, l’atmosfera e gli oceani, impiegano un po’ a scaldarsi e a rilasciare calore. O meglio, spiega Jagadheep D. Pandian su Ask an Astronemer, un’iniziativa del dipartimento di astronomia della Cornell Univerisity: “Nell’emisfero settentrionale, la quantità di calore ricevuta dalla Terra dal Sole aumenta lentamente in prossimità del solstizio d’estate. Procedendo verso l’estate, il calore ricevuto durante il giorno è maggiore del calore radiato durante la notte e così la media delle temperature lentamente aumenta. L’ingresso del calore è al suo massimo per il solstizio e diminuisce dopo, ma il tasso di ingresso del calore è ancora maggiore di quello di dissipazione. Per questo la media delle temperature aumenta dopo il solstizio ed è solo più tardi nell’anno che comincerà a diminuire”. Questo sfasamento tra solstizio e giorni più caldi è noto a volte come seasonal lag.
Si festeggia in molti posti del mondo
Il solstizio d’estate in molti Paesi (in particolare in quelli nordici) è atteso e celebrato. Basti pensare al Regno Unito, dove ancora oggi le persone si trovano a Stonehenge, dove la costruzione del cerchio di pietre sembra proprio legata al moto apparente del Sole, per assistere al sorgere delle prime luci nel giorno del solstizio (qui il canale Youtube per assistere al live stream di quest’anno). Altre ricorrenze molto sentite sono quelle di Midsummer in scandinavia e di Kupala Night nei Paesi dell’Europa orientale. Più vicino a noi ricordiamo i fuochi del solstizio in Tirolo.
Via: Wired.it
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