Le donne in menopausa sottoposte a terapia estrogena potrebbero avere più probabilità delle altre di sviluppare calcoli renali. A suggerirlo è uno studio condotto dal Southwestern Medical Center presso la University of Texas (Dallas), pubblicato su Archives of Internal Medicine. Analizzando i casi di oltre 27mila donne trattate con o senza estrogeni, i ricercatori hanno osservato un aumento dell’incidenza dei calcoli renali di circa il 20 per cento nelle pazienti che assumevano gli ormoni.
Per la ricerca sono stati utilizzati dati provenienti dalla Women Health Initiative, un grande progetto per il monitoraggio della salute delle donne negli Stati Uniti. Naim M. Maalouf, insieme al suo gruppo di ricerca, ha esaminato i risultati di due diversi trial clinici. Al primo, durato circa sette anni, hanno partecipato 10.739 donne in menopausa sottoposte a isterectomia e trattate con una terapia a base di soli estrogeni, oppure con un placebo. A partecipare al secondo trial, invece, sono state 16.608 donne che non avevano subito isterectomia, trattate con una terapia mista di estrogeni e progestinici, o con placebo.
Nei gruppi di controllo (quelli trattati con placebo) i casi di calcoli renali sono stati 284 contro i 335 segnalati dalle pazienti sottoposte a entrambi i tipi di terapia estrogena. La differenza è risultata statisticamente significativa: “I risultati indicano che l’assunzione di estrogeni dopo la menopausa aumenta il rischio di soffrire di calcoli renali, indipendentemente da altri fattori come età, etnia, indice di massa corporea e trattamenti pregressi a base di ormoni”, ha commentato Maslouf. Sul perché di questa correlazione, i ricercatori non hanno ancora le idee chiare, anche perché sono molti i fattori che concorrono alla formazione dei calcoli, dallo stile di vita alle condizioni di salute generale.
Riferimenti: Archives of Internal Medicine doi:10.1001/archinternmed.2010.342