Europa: allarme Sindrome del naso bianco

La biodiversità di oltre il 20 per cento dei mammiferi è minacciata dall’emergere di una nuova patologia, la sindrome del naso bianco (white-nose syndrome, Wnt) dei pipistrelli, che negli Usa ha già causato dal 2006 a oggi la morte di oltre un milione di esemplari. Adesso, in un articolo pubblicato su Emerging Infectious Diseases, ricercatori dell’University College di Dublino, dell’Istituto Pasteur di Parigi e del Gruppo Ricerca Chirotteri d’Aquitania hanno accertato che la malattia è giunta anche in Europa, rilevando la sua presenza in Francia.

I pipistrelli colpiti sono caratterizzati dalla presenza di un fungo bianco che cresce sul muso (da qui il nome di “sindrome del naso bianco”), il dorso e le ali. Non è chiaro se il fungo sia la causa della malattia, oppure se colpisca individui già malati e debilitati. Quel che è certo è che gli animali escono dal letargo molti mesi prima dell’arrivo della primavera, consumano prematuramente le loro riserve di grasso e muoiono di fame. Il fungo incriminato, identificato recentemente, è Geomyces destructans, una nuova specie molto simile a G. pannorum, patogeno per l’essere umano. Si tratta di un fungo “amante del freddo”, che non vive a temperature superiori ai 20 gradi e che attacca i pipistrelli in ibernazione, quando rallentano il proprio metabolismo e abbassano la loro temperatura corporea.

In ogni parte del globo, i pipistrelli svolgono un ruolo ecologico cruciale nel controllo delle popolazioni di insetti, nell’impollinazione delle piante e nella dispersione dei semi. Le conseguenze di una loro massiccia riduzione potrebbero essere molto gravi: perdita irreversibile e senza precedenti di biodiversità dei mammiferi, scomparsa di interi ecosistemi, proliferare incontrollato di insetti dannosi per le colture e per gli esser umani.

Alcune differenze tra il caso francese e l’epidemia americana aprono però delle possibilità concrete di comprendere la malattia. Il pipistrello francese non è apparso sottopeso come i suoi cugini americani; inoltre, nei cinque anni precedenti al suo accertamento, non sono mai stati trovati pipistrelli morti per Wns. Questo fa pensare che i pipistrelli europei possano presentare una qualche forma di immunità o che la causa non sia il fungo e debba essere ancora identificata. Comprendere i meccanismi alla base di questa presunta immunità e confrontare i patogeni dei pipistrelli europei e americani potrebbero essere le strade giuste per trovare una soluzione tempestiva al problema.

Gli speleologi raccomandano di limitare il più possibile la frequentazione di cavità dove si trovano pipistrelli svernanti, di non toccare nessun animale e di lavare sempre l’attrezzatura dopo ogni uscita in grotta. È anche importante segnalare il ritrovamento di pipistrelli morti all’aperto e ogni avvistamento durante la stagione fredda. (l.c.)

Riferimento: DOI: 10.3201/eid1602.091391

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