Lamprede, evoluzione al rallentatore

Il fossile di lampreda ritrovato di recente in Sud Africa ha aggiunto un nuovo capitolo alla storia di questi vertebrati simili alle anguille che si nutrono attraverso altri pesci. La ricerca, pubblicata su Nature di questa settimana, parla di un reperto proveniente dal periodo Devoniano, ben conservato e con la caratteristica struttura corporea specializzata propria degli attuali parassiti.

Una piccola grande bocca dentata

Secondo gli scienziati dell’Università di Witwatersrand (Johannesburg) e dell’Università di Chicago, che hanno condotto le ricerche, si tratta del più antico fossile di lampreda mai scoperto, datato 360 milioni di anni. Più importante, la scoperta dimostra come la struttura corporea di questa specie di parassiti sia rimasta quasi completamente inalterata per tutto questo tempo.

La creatura, trovata in un vecchio estuario a Grahamstown (Sud Africa), vanta infatti una ampia bocca con un set di 14 denti, nonostante le dimensioni ridotte (solo 4,2 centimetri).

È notevole, sottolineano gli autori, che strutture specializzate come i denti si siano sviluppate così presto e siano rimaste invariate quasi completamente durante l’evoluzione di questo parassita fino ai giorni nostri. Lo studio delle lamprede è importante per gli scienziati perché sono tra i vertebrati più primitivi ancora viventi e sono dunque utili per capirne l’evoluzione. (m.r.)

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