In Italia si discute da anni di una legge sul testamento biologico, il documento scritto per garantire il rispetto della propria volontà in materia di trattamento medico (somministrazione di farmaci, sostentamento vitale, rianimazione, etc.) anche quando non si è in grado di comunicarla. Proposte di legge, lunghi dibattiti in Parlamento e fuori, campagne di informazione e mistificazione. Senza giungere ad alcuna conclusione. Alla Camera il testo della legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento è in discussione in questi giorni, ma i deputati voteranno solo ad Aprile. Poi si passerà al Senato. Nel frattempo, l’ Associazione Luca Coscioni lancia una provocazione: in caso di morte, cominciamo a far valere la nostra volontà almeno su Facebook.
Realizzata in collaborazione con Ninja Lab e la web agency Mikamai, arriva quindi una applicazione dal nome esaustivo, The Last Wish (ovvero l’ultimo desiderio), che garantisce il controllo sul proprio profilo anche post mortem. Grazie a questa applicazione, l’utente può scegliere due esecutori testamentari che, in caso di morte dell’utente, possono attivare la pubblicazione di un messaggio prestabilito che comparirà sul profilo del deceduto. Si possono anche scrivere messaggi privati a una serie di persone, per dare l’ ultimo saluto.
Del resto, con 500 milioni di iscritti, Mark Zuckerberg e compagni farebbero bene a porsi il problema. Tuttavia, Facebook non ha ancora preso una posizione precisa in merito, limitando a fornire agli utenti un servizio di segnalazione per il decesso di un utente.
The Last Wish, che nasce come una provocazione ironica, vuole in realtà sensibilizzare su temi importanti e attuali come quello del testamento biologico e dell’ identità digitale post mortem ai tempi di Internet. Una volta scaricata la app, l’utente viene indirizzato al sito dell’Associazione Luca Coscioni dove si ha la possibilità di depositare il proprio testamento biologico in forma cartacea.
E intanto nel Regno Unito è partita un’iniziativa che vede la collaborazione tra Facebook e l’associazione Samaritans per ridurre il numero di suicidi annunciati sul Web. Il social network di Zuckerberg ha creato sia una sezione apposita per il supporto a persone che hanno intenzione di togliersi la vita (anche se forse è di cattivo gusto inserirla nell’ambito della segnalazione degli abusi) e un modulo che permette di comunicare i contenuti che fanno riferimento al suicidio. Una volta ricevuta la segnalazione, Facebook valuta quanto i segnali siano preoccupanti e in caso avverte autorità o associazioni del paese da cui proviene l’avvertimento. Come, nel caso del Regno Unito, l’associazione Samaritans o altre con cui ci sia un accordo.
Riferimenti: wired.it