Queste farfalle hanno attraversato in volo l’Atlantico

farfalle
(Foto: Marab71 via Wikimedia commons CC)

Volavano leggiadre su una spiaggia della Guyana francese. Ma la cosa straordinaria è che quel gruppo di farfalle aveva percorso oltre 4200 chilometri per arrivare lì, attraversando l’oceano Atlantico senza mai fermarsi. A riferirlo è stato un team di ricerca internazionale che, dopo dieci anni di ricerche, è riuscito finalmente a scoprire il motivo dell’enorme impresa fatta da questi splendidi insetti che, appunto, non sono tipici del sud America. I dettagli di questa lunga migrazione sono stati pubblicati in uno studio sulla rivista Nature Communications.


Perché le farfalle monarca non si perdono mai


La migrazione delle farfalle

Tutto è cominciato nell’ottobre 2013, quando Gerard Talavera, entomologo presso l’Istituto Botanico di Barcellona, si imbatté in uno spettacolo davvero insolito, mentre camminava su una spiaggia nella Guyana francese: una decina di farfalle svolazzavano con le ali sbrindellate. Queste, si accorse subito l’esperto, non erano farfalle qualunque, ma appartenevano alla specie Vanessa cardui, bellissimi esemplari dal colore arancione, bianco e nero, che non vivono in quei luoghi del sud America. Questi insetti, infatti, migrano regolarmente dall’Europa all’Africa sub-sahariana e durante i loro viaggi si fermano diverse volte per riposarsi. Raggiungere il Sud America, quindi, avrebbe significato per questi insetti attraversare l’Oceano Atlantico senza sosta. Ma come?

L’impresa eccezionale

Per tracciare il viaggio e l’origine di quelle misteriose farfalle, l’esperto e il suo team di ricerca hanno svolto analisi multidisciplinari per oltre dieci anni alla ricerca di una risposta. Sebbene infatti gli insetti migratori siano numerosi, è molto difficile per gli scienziati rintracciarli: non possono per esempio applicare dispositivi di localizzazione come fanno con altri animali, perché sono spesso troppo grandi e troppo pesanti per essere trasportati dai corpi piccoli e leggeri degli insetti. In questo caso, quindi, i ricercatori hanno studiato la migrazione da molti punti di vista.

Le analisi

Per prima cosa, il team ha esaminato i dati meteorologici riguardanti le settimane precedenti l’arrivo delle farfalle e ha visto che le condizioni del vento avrebbero potuto supportare un viaggio dall’Africa al Sud America. Gli esperti hanno anche sequenziato i genomi delle farfalle e hanno scoperto che mostravano una parentela più stretta con le popolazioni dell’Africa e dell’Europa, escludendo quindi la possibilità che le creature provenissero dal Nord America. Hanno, inoltre, analizzato gli isotopi nelle ali delle farfalle, un segnale chimico che funge da “impronta digitale” della regione di origine. Il team, infine, servendosi di innovative tecniche molecolari, ha sequenziato il dna dei granelli di polline trasportati dalle farfalle, riuscendo così a identificare i fiori delle piante da cui le creature avevano prelevato il nettare. Dalle successive analisi è emerso che si trattava di due specie di piante che fioriscono solo alla fine della stagione delle piogge nell’Africa tropicale.

L’aiuto del vento

Nel loro insieme, quindi, tutte le indagini puntavano in una unica direzione, ossia quella che le farfalle hanno volato attraverso l’Oceano Atlantico, un’impresa mai registrata prima. “Di solito vediamo le farfalle come simboli della fragilità della bellezza, ma la scienza ci mostra che possono compiere imprese incredibili. C’è ancora molto da scoprire sulle loro capacità”, ha commentato Roger Vila, tra gli autori dello studio. Un lungo viaggio, durato dai 5 agli 8 giorni, che hanno potuto fare grazie alle condizioni estremamente favorevoli del vento. Come spiegano gli esperti, le stesse correnti d’aria, note come strato d’aria sahariano, sono responsabili del trasporto di grandi quantità di polvere e sabbia dal deserto del Sahara al Sud America, contribuendo a fertilizzare l’Amazzonia. Lo strato d’aria del Sahara, quindi, potrebbe essere importante anche per gli insetti. “Le farfalle avrebbero potuto completare questo volo solo utilizzando una strategia che alternava il volo attivo, che è costoso dal punto di vista energetico, e il volo planato rispetto al vento”, ha concluso il co-autore dello studio Eric Toro-Delgado. “Stimiamo che senza vento, le farfalle avrebbero potuto volare per un massimo di 780 chilometri prima di consumare tutta la loro energia”.

via: Wired.it

Credits immagine:Marab71 via Wikimedia commons CC