Sfogliare un album di vecchie foto, proprio come se fossero di qualcuno che conosciamo. Pose informali, luoghi suggestivi come la montagna che ha unito sin da subito i “ragazzi” di via Panisperna. La genesi, lo splendore e il disgregamento della grande fisica italiana raccontata per immagini da Giovanni Battimelli, storico della fisica, che ha saputo dire con le didascalie e mostrare con le foto la parabola compiuta dalla grande scienza italiana di quel periodo. Dire e mostrare che la fisica è fatta da individui e dalla grande storia che entra prepotente nel regno della scienza: a partire dal Congresso Internazionale di Fisica Nucleare, voluto nel 1931 proprio da Enrico Fermi per fare il punto della situazione, alle ricerche sui neutroni, sfociate in un brevetto nel 1934, passando per il Nobel a Fermi nel 1938 e per le leggi razziali promulgate quello stesso anno, per arrivare alle dichiarazioni pubbliche di Mussolini per il quale “nessuno potrà mai dire che il fascismo abbia offerto la cicuta allo scienziato comunque dissidente. L’accademico Fermi, per il fascismo, non è un nemico […]. Non pretendiamo dal professor Fermi una dichiarazione di fedeltà al regime […]. La sua consorte non aveva alcunché da temere. Le leggi razziali sono inoperanti nei suoi confronti” (p. 112).
Questo mentre il 17 novembre, meno di un mese prima della cerimonia del Nobel a Stoccolma, uno dei suoi più cari amici e collaboratori Emilio Segrè viene sospeso dall’insegnamento con un atto ufficiale del Ministero dell’Educazione Nazionale. E ancora: gli sconvolgimenti della guerra, la partenza per gli Stati Uniti, l’aver lasciato a Edoardo Amaldi – uno dei pochi a essere rimasto nel nostro paese – l’implicita responsabilità e ‘l’eredità’ di ciò che rimaneva di quel periodo glorioso, con la consapevolezza della scarsità dei mezzi per ricostruire. L’essere stato ai vertici del progetto Manhattan per la costruzione dell’atomica e una implicita riflessione, che Battimelli lascia a noi lettori e fruitori di questo libro, sull’etica e la responsabilità dello scienziato, grande ma pur sempre uomo e non necessariamente eroe.
Il volume prosegue cronologicamente con il dopoguerra, la nascita dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e alcune istantanee dei congressi di Basilea e di Como nel 1949, la riunione di Cagliari della Società di Fisica nel 1953 e le ultime foto di Fermi nel suo ultimo soggiorno alla scuola estiva di Varenna nel 1954.Ancora, la nascita del Cern di Ginevra (vicenda in cui Amaldi ha giocato un ruolo da protagonista), e poi alcuni documenti del CNR che ci mostrano come anche allora la ricerca aveva grossi problemi per reperire i fondi: in questo caso, per la costruzione di un elettrosincrotrone. Sembra che lasciar cadere nel vuoto gli appelli per la ricerca sia un vizio nazionale vecchio di diversi anni.
Il libro
Giovanni Battimelli,
L’eredità di Fermi. Storia fotografica dal 1927 al 1959 dagli archivi di Edoardo Amaldi
Editori Riuniti, 2003,
pp. 220, euro 18,00