Il quadro è preoccupante: calano gli spermatozoi e la fertilità maschile degli uomini occidentali è a rischio. A darne notizia è lo studio di Hagai Levine, direttore dell’Environmental Health Track della Hebrew University di Gerusalemme e del suo team di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Brasile, Danimarca, Israele e Spagna, che ha effettuato la prima revisione sistematica dei trends sulla conta degli spermatozoi. La ricerca, pubblicata su Human Reproduction Update, ha messo infatti in evidenza una significativa diminuzione della concentrazione e della conta totale di spermatozoi negli uomini occidentali. Un dato che preoccupa se lo si legge in chiave riproduttiva ma che riguarda in realtà diversi aspetti della salute.
Il declino della conta degli spermatozoi nella popolazione maschile è stato osservato a partire dagli anni Novanta, e da allora è stato continuo oggetto di studio. Oggi Levine e collaboratori si sono spinti oltre, effettuando una meta-analisi sui trends della conta degli spermatozoi, volta a controllare l’affidabilità delle stime e i diversi fattori come l’età, l’astinenza e la selezione della popolazione in studio, che potrebbero aiutare a spiegare tale diminuzione.
In particolare sono stati analizzati 7,500 studi effettuati tra il 1973 e 2011 ed è stato osservato che la concentrazione spermatica è diminuita del 52.4% e la conta totale degli spermatozoi del 59.3% in Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda negli ultimi 40 anni. Al contrario, non è stato evidenziato un significativo declino nella popolazione del Sud America, Asia e Africa, dove sono stati condotti molti meno studi.
La conta degli spermatozoi è la miglior misura della fertilità maschile e questo studio evidenzia un incremento degli uomini con una concentrazione di spermatozoi inferiore al valore soglia di fertilità. Ma dall’analisi emerge anche come questo trend di diminuzione sembra destinato a non rallentare con il tempo: una volta ristretta l’analisi al periodo tra il 1996 e il 2011 la curva del tasso di declino si è mostrata infatti significativamente ripida. “Questo studio mostra per la prima volta che la diminuzione è forte e continua” ribadisce infatti Shanna H. Swan, co-autrice della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York.
Le implicazioni dello studio non riguardano però solo la sfera della fertilità e della riproduzione, ma anche la salute pubblica. Alcuni studi hanno infatti correlato il ridotto numero di spermatozoi all’aumento del rischio di ospedalizzazione, morbosità e mortalità. Inoltre, continua Swan, “il fatto che la diminuzione è stata vista fortemente nei paesi occidentali suggerisce che le sostanze chimiche in commercio giocano un ruolo causale in questo trend”. Diversi fattori ambientali, come l’esposizione nella fase prenatale ad agenti chimici e l’esposizione ad antiparassitari nell’età adulta e stili di vita poco salutari, come fumo, stress e obesità possono effettivamente influenzare la conta degli spermatozoi. Capire come è fondamentale per elaborare adeguate strategie di prevenzione in chiave fertilità, ma non solo: l’analisi di questo parametro, così sensibile all’impatto dell’ambiente, e delle sue varizioni potrebbe quindi costituire un campanello di allarme anche per rischi di maggiore entità.
Riferimenti: Human Reproduction Update