Passeggiare in contesti naturali ha enormi benefici sul nostro organismo sia dal punto di vista fisico che mentale. L’ultima ricerca condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dal Club alpino italiano lo conferma: dopo una passeggiata nella foresta si riducono i sintomi dell’ansia grazie all’inalazione dei composti volatili emessi dalle piante. Ma non solo: il valore terapeutico cambia con le stagioni e nei vari siti, a seconda delle specie presenti, spiegano i ricercatori. I dettagli su Journal of Environmental Research and Public Health.
Sono sempre di più gli studi che confermano gli effetti positivi sulla psiche e sul corpo delle persone scaturiti da una passeggiata in una foresta, in un bosco e semplicemente in un parco urbano. Alcuni di questi effetti benefici sarebbero imputabili ai composti organici volatili (BVOC), un’ampia gamma di sostanze aromatiche rilasciate dalle foglie degli alberi e dagli oli essenziali contenuti nel legno. Le prove dell’attività di tali sostanze sulla salute umana provengono principalmente da esperimenti in laboratorio e sono limitati a pochi individui e a specifiche specie vegetali. Vale davvero in un ambiente naturale? Vale per le nostre bellissime foreste italiane?
Per capirlo i ricercatori dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e dal Club Alpino Italiano, in collaborazione con le Università di Parma e Firenze e dell’Azienda unità sanitaria locale (Ausl), hanno allestito uno studio in cui per la prima volta sono stati coinvolte più di 500 persone con l’obbiettivo di indagare l’effetto dei BVOC, nello specifico i monoterpeni (MT), inalati direttamente in ambienti naturali sui livelli di ansia.
Gli esperti hanno condotto una ricerca sperimentale tra settembre 2021 e ottobre 2022 in 39 siti italiani dislocati tra montagne, colline e parchi urbani. A ciascun partecipante è stato richiesto di compilare due questionari psicometrici: lo State Trait Anxiety Inventory (STAI) e il Profile of Mood States (POMS). Il primo è una misura di autovalutazione dell’ansia che si basa su due scale: l’ansia di stato (STAI-S), che rivela come ci si sente in un dato momento e l’ansia di tratto (STAI-T) che indica invece l’andamento generale del disturbo. Il secondo questionario valuta sentimenti quali tensione, rabbia, depressione, confusione e autostima. Lo STAI-S è stato somministrato prima e dopo ogni sessione di “forest teraphy” per comprendere gli effetti a breve termine sui disturbi dell’ansia, mentre lo STAI-T e il POMS sono stati utilizzati solo in fase inziale per caratterizzare ciascun partecipante.
Per ogni sessione, guidata da psicologi e psicoterapeuti, gruppi di 15-20 individui sono stati condotti lungo percorsi immersi nella natura per almeno tre ore, con l’obiettivo di massimizzare la loro esposizione ai monoterpeni aerei.
Dai risultati emerge la stessa tendenza per tutti i gruppi analizzati: la riduzione dei sintomi dell’ansia dopo l’esposizione a concentrazioni totali più elevate di MT e in particolare dell’α-pinene, il terpene più diffuso in natura che si trova nella resina di molte conifere. Nello specifico, dopo un’esposizione a concentrazioni di monoterpeni superiori alla media, i sintomi dell’ansia erano diminuiti di 1.28 punti STAI-S e l’α-pinene è il composto associato ai maggiori benefici e mostra una riduzione di 1.31 punti STAI-S. “I risultati mostrano che, oltre una data soglia di concentrazione di monoterpeni totali o anche del solo α-pinene, i sintomi di ansia diminuiscono a prescindere da tutti gli altri parametri, sia ambientali che individuali, e poiché questi composti sono emessi dalle piante, possiamo ora assegnare un valore terapeutico specifico a ogni sito verde, anche condizionato alla frequentazione in momenti diversi dell’anno e del giorno”, ha commentato Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe e membro del Comitato scientifico centrale del Cai, tra gli autori della ricerca: “I monoterpeni sono molto più abbondanti nelle foreste remote che nei parchi urbani, sebbene con un notevole grado di variabilità: un prossimo passo sarà mappare e prevedere le relative concentrazioni”.
La riduzione dei sintomi dell’ansia sarebbe imputabile secondo gli autori al fatto che gli stimoli olfattivi posso influenzare direttamente l’umore attraverso collegamenti anatomici e funzionali diretti del sistema olfattivo con il sistema limbico. I ricercatori sottolineano quindi l’importanza degli ambienti naturali come fattori che promuovono la salute e la necessità di incentivare campagne politiche appropriate per aumentare la consapevolezza sui problemi ambientali.
Riferimenti: Journal of Environmental Research and Public Health
Credits immagine: via Cnr