Il genoma di un fungo parassita che si esprime attraverso il corpo di un insetto, alterandone il comportamento e portandolo alla morte. A mezzogiorno in punto. Non è fantascienza, ma quello che avviene quando le formiche carpentiere (Camponotus leonardi) ingeriscono le spore del fungo Ophiocordyceps unilateralis e iniziano a comportarsi come zombie. Una nuova ricerca della Penn State University (Pennsylvania, USA), pubblicata su BMC Ecology, spiega il meccanismo responsabile di queste manifestazioni.
Le formiche carpentiere vivono di norma sui rami alti delle foreste e, come fanno tutte le formiche, si spostano seguendo la scia lasciata dagli altri individui della colonia. Tuttavia, quando questi insetti vengono infettati dal parassita, iniziano a vagare in modo erratico, cadono al suolo o si spostano nella parte più bassa degli alberi, a pochi centimetri da terra. Qui, poco prima di morire, serrano le mandibole attorno alla venatura principale di una foglia, rimanendovi agganciate anche dopo la morte.
Per capire cosa provochi questi comportamenti, un gruppo di scienziati ha studiato le formiche carpentiere delle foreste tailandesi. Osservando al microscopio l’interno del corpo di alcuni individui parassitati, i ricercatori hanno capito che il fungo cresce nel corpo dell’ospite, provocando alterazioni al sistema nervoso (causa di convulsioni e dell’andamento erratico) e a quello muscolare. In questo secondo caso, in particolare, gli scienziati hanno notato che la proliferazione delle cellule del fungo nella testa dell’animale causa l’atrofia e il distaccamento dei muscoli mandibolari. In questo modo le mandibole non sono più in grado di muoversi e, una volte chiuse intorno alla vena fogliare, rimangono strette in quello che viene chiamato il “morso della morte”.
Analizzando meglio questo comportamento, gli scienziati hanno inoltre osservato che il morso e la morte non sopraggiungono in un momento qualsiasi della giornata, ma solo quando il sole è allo zenit. Alcuni giorni dopo la morte della formica inizia la crescita del fungo, che si ramifica all’esterno della testa dell’insetto, formando un gambo e poi il frutto con le nuove spore.
Il comportamento pre-morso della formica, quindi, ha la funzione di condurre l’ospite in un ambiente che sia ottimale alla crescita e alla riproduzione del parassita. Infatti, come spiegano i ricercatori nello studio, “il termine zombie indica che anche se l’individuo manipolato ha le sembianze di una formica, esso rappresenta il genoma del fungo che esprime un comportamento del parassita attraverso il corpo della formica.”
Riferimenti: BMC Ecology doi:10.1186/1472-6785-11-13