Un nuovo metodo per creare dispositivi in scala nanometrica che utilizza stampi di metallo amorfo, rendendoli più modellabili dei materiali plastici, più resistenti del silicone, più duri dell’acciaio. La scoperta, realizzata nei laboratori della Yale School of Engineering & Applied Science (Usa), è stata illustrate su Nature.
Attualmente una delle possibili soluzioni per produrre dispositivi nanometrici prevede l’utilizzo di presse o stampi, allo stesso modo in cui sono creati Cd e Dvd. Nel nostro caso, però, le matrici devono avere caratteristiche in scala nano (nell’ordine di milionesimi di millimetro) e i materiali odierni presentano dei limiti: gli stampi al silicone permettono di “disegnare” particolari molto piccoli, ma sono fragili e poco duraturi; d’altro canto le sagome di metallo, più resistenti, possiedono una grana che non consente la definizione di dettagli nanometrici.
Per questo i ricercatori hanno pensato ai metalli amorfi chiamati “vetri metallici” (bulk metallic glasses, Bmg): quando la loro massa fusa viene raffreddata rapidamente, si impedisce la naturale formazione di cristalli, rendendoli simili a un liquido molto denso. Caratteristica ideale per stampare dispositivi ultrafini: questi materiali possiedono, infatti, la duttilità di quelli plastici e sono più duri e resistenti dell’acciaio.
Gli scienziati hanno così creato una superficie di metallo vetroso con nano-strutture delle dimensioni di 13 nanometri. Un simile stampo, secondo i ricercatori, potrebbe essere utilizzato anche per altri polimeri o leghe vetrose. La tecnica è a basso costo e altamente riproducibile: in questo modo si potranno produrre in massa superfici nanometriche resistenti e durature, ideali per i chip. (e.r.)
Riferimento: Nature, doi:10.1038/nature07718