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Geostar, l’anti tsunami

Prevedere in tempi brevi l’arrivo di uno tsunami consentirebbe di evitare conseguenze disastrose soprattutto quando le coste a rischio sono urbanizzate e densamente popolate. Da oggi, però, la stazione abissale Geostar, istallata a oltre tremila metri di profondità nel Golfo di Cadice  dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Ismar-Cnr) in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), consentirà di monitorare i fenomeni sismici dell’area e che potrebbero provocare onde anomale in tutto il Mediterraneo.

Geostar è stata posizionata subito al di fuori dello stretto di Gibilterra su una gigantesca struttura geologica, larga circa 50 chilometri e lunga circa 100 dalla nave oceanografica Urania del Cnr. Il fondo roccioso agisce così come un pistone in grado di trasferire grandi quantità di energia alla colonna d’acqua sovrastante, generando un maremoto. Collocando, infatti, i sensori direttamente sulla sorgente tettonica è possibile monitorare i movimenti e riconoscere immediatamente l’eventuale generazione di uno tsunami. “Lo “tsunamometro” si basa su un doppio controllo del segnale sismico e di pressione e tiene conto dei movimenti del fondo del mare”, spiega Nevio Zitellini, direttore dell’Ismar-Cnr: “Lo studio dell’accoppiamento fra il moto del fondo del mare e la perturbazione della colonna d’acqua da esso generata è infatti una delle chiavi per comprendere il problema della generazione degli tsunami”.

L’esperimento è un primo passo verso l’installazione di un osservatorio permanente, nodo della futura rete sottomarina Emso (European Multidisciplinary Seafloor Observatory), che la Comunità Europea intende sviluppare dall’Artico al Mediterraneo, fino al Mar Nero. (s.m.)

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