I più felici? I norvegesi, ma tutti i paesi nordeuropei non se la passano male, con Danimarca e Islanda rispettivamente al secondo e terzo posto nella classifica della felicità stilata dal World Happiness Report 2017, il rapporto pubblicato dalla Sustainable Development Solutions Network (Sdsn). L’iniziativa è stata lanciata dalle Nazioni Unite in occasione della giornata dedicata alla felicità, il World Happiness Day, oggi 20 marzo. In coda alla classifica, che comprendere 155 nazioni, si trovano Siria, Yemen e la Repubblica Centrafricana mentre l’Italia è 48esima tra Uzbekistan e Russia, in salita di due posizioni rispetto agli anni precedenti.
Il rapporto si basa su interviste rivolte a oltre mille persone in ogni nazione, a cui è stata posta una semplice domanda: “Immagina una scala, con i gradini numerati da 0 a 10. La parte superiore rappresenta la miglior vita possibile mentre la parte inferiore la peggiore. Su quale piolo diresti che ti senti in questo momento?”. Il rapporto, inoltre, tiene conto di sei fattori chiave: il Pil reale pro capite, l’aspettativa di vita, il sostegno sociale, la libertà di scelta, l’assenza di corruzione e la generosità.
I paesi scandinavi sono tutti nei primi dieci posti: dopo Norvegia, Danimarca e Islanda, seguono Svizzera, Finlandia, Olanda, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. Esclusa l’Australia, la prevalenza di paesi nordici, secondo gli autori del report, sembra riconducibile alla bassa corruzione e al buon funzionamento dei servizi. “I paesi felici sono quelli che hanno un sano equilibrio tra prosperità, come convenzionalmente misurata, e il capitale sociale, il che significa un alto grado di fiducia nella società, bassa disuguaglianza e fiducia nel governo”, spiega Jeffrey Sachs, direttore del Sdsn e consigliere speciale del segretario generale Onu.
In fondo alla classifica troviamo Yemen, Sud Sudan, Liberia, Guinea, Togo, Ruanda, Siria, Tanzania, Burundi e Repubblica Centrafricana. Tra le nazioni europee la Germania è al 16esimo posto, seguita dal Regno Unito al 19esimo e dalla Francia al 31esimo. Gli Stati Uniti, invece, sono finiti al 14esimo posto (terzi nel 2007): qui, secondo gli esperti, la felicità è in forte diminuzione a causa del declino del sostegno sociale e dell’aumentata corruzione, che sono le stesse ragioni del perché i paesi scandinavi si sono posizionati così bene. La Cina, invece, si trova al 79esimo posto: nonostante la crescita degli ultimi 25 anni del reddito pro capite, a pesare nel paese è l’aumento della disoccupazione e la riduzione degli ammortizzatori sociali.
Riferimenti: World Happiness Report 2017