Senza glutine? No, grazie. A meno che, naturalmente, non si soffra di celiachia. Secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal, infatti, non ci sarebbero evidenze scientifiche per poter affermare che una dieta povera o priva di glutine porti dei benefici per la salute delle persone non celiache. Anzi, eliminare il glutine dalla propria dieta comporta evitare il consumo di cereali integrali, che invece sembrano associati alla riduzione del rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari in chi non è affetto da celiachia.
La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori statunitensi, che per 26 anni ha raccolto dati sulle abitudini alimentari di oltre 110mila professionisti della salute, per la precisione 64.714 donne e 45.303 uomini, senza storia pregressa di malattie del sistema cardiocircolatorio: i partecipanti allo studio hanno risposto a un questionario dettagliato sulla loro alimentazione per la prima volta nel 1986 e i dati sono poi stati aggiornati ogni 4 anni fino al 2010.
Gli autori sottolineano che si tratta di uno studio osservazionale, che non può stabilire nessi di causa-effetto, ma una cosa per loro è certa: scegliere di eliminare o ridurre il glutine dalla propria dieta significa eliminare o ridurre i cereali integrali, il cui consumo invece protegge la salute del cuore.
Secondo le stime ricavate da dati di mercato 6 milioni di italiani consumano prodotti alimentari senza glutine: una spesa di 320 milioni di euro, di cui solo 215 fanno riferimento alle terapie per i pazienti celiaci. Una moda, dunque, alimentata anche dalle – poco scientifiche – convinzioni di Vip come Lady Gaga, Gwyneth Paltrow o Victoria Beckham, che, pur non essendo celiache, hanno dichiarato di aver escluso il glutine dalla propria dieta per stare meglio e tenersi in forma.
Una tendenza che non va a vantaggio di nessuno secondo l’Associazione italiana celiachia (Aic), né delle persone sane né degli stessi celiaci – che in Italia sono 190mila diagnosticati (ma si stima che i casi reali siano 600mila). Da tempo l’Aic denuncia il fatto che la dieta senza glutine – unica terapia possibile per i celiaci – venga travisata e la malattia sminuita da questa acquisita popolarità: “I celiaci hanno faticosamente conquistato diritti e tutele che però – sostiene l’Aic – rischiano di essere messi in discussione dal diffondersi della moda del senza glutine tra i non celiaci, che banalizza la malattia”.
Una corretta comprensione di che cosa sia davvero la malattia celiaca e di quanto sia importante la dieta senza glutine per chi ne è affetto sarà obiettivo della Settimana nazionale della celiachia che quest’anno si svolgerà dal 13 al 21 maggio.
Via: Wired.it