L’hanno definita il Google Earth dei biologi cellulari, ma gli inventori preferiscono la denominazione più tecnica di nanoscopia virtuale. È una tecnica, presentata sul Journal of Cell Biology da un gruppo di ricercatori del Leiden University Medical Center, che permette di generare microfotografie dei tessuti biologici esplorabili zumando da una visione d’insieme completa fino ai particolari più minuti e sorprendenti. Proprio come accade con le mappe del servizio di Big G.
Già da anni ormai la microscopia elettronica aveva reso possibile osservare le strutture cellulari con un livello di dettaglio incredibile. Fino ad oggi, però, gli scienziati erano stati costretti a scegliere tra immagini molto ravvicinate e particolareggiate a scapito delle strutture complete, panoramiche, che mostrano, invece, i tessuti o le cellule per intero penalizzando il livello di dettaglio.
I ricercatori olandesi hanno risolto il problema sviluppando uno strumento che permette di unire tra loro migliaia di fotografie prese con il microscopio elettronico. In questo modo è possibile creare una singola immagine di un tessuto biologico ad altissima risoluzione, che può essere esplorata utilizzando il JCB Data Viewer, programma di analisi e condivisione di immagini collegato al Journal of Cell Biology.
I ricercatori hanno messo alla prova la loro nanoscopia virtuale mettendo insieme 26.000 immagini di un embrione di pesce zebra (Danio rerio), generando una microfotografia completa di 281 gigapixel, con una risoluzione di 16 milioni di di pixel per pollice. La super immagine ottenuta può essere esplorata liberamente, partendo dal millimetro e mezzo di grandezza dell’embrione completo, per arrivare fino alle più microscopiche strutture subcellulari.
Credit immagine a Williams et al, 2012