Come previsto oggi è arrivata la sentenza del processo Green Hill. Il giudice del tribunale di Brescia ha condannato tre dei quattro imputati: un anno e sei mesi per Ghislane Rondot, gestore dell’allevamento e per il veterinario Renzo Graziosi, e un anno più le spese processuali per il direttore dello stabilimento, Roberto Bravi. Assolto invece il co-gestore di Green Hill, Bernard Gotti, per non aver commesso il fatto. Le pene decise dal tribunale bresciano sono inferiori a quelle rischieste dal pm, e bisognerà quindi attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, prevista nei prossimi due mesi, per sapere se, e in che misura, il giudice ha accolto le resi dell’accusa, che parlava di una strategia precisa, volta a sacrificare il benessere degli animali per non “alterare i parametri per la sperimentazione”.
La Lav, costituitasi parte civile insieme ad altre associazioni animaliste, ha dichiarato la sua soddisfazione per una “sentenza memorabile, destinata a fare giurisprudenza”, e ha annunciato che chiederà l’imputazione dei veterinari dell’Asl di Lonato, dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia e dei funzionari della Regione Lombardia e del Ministero della Salute, “che in tutti gli anni passati avevano scritto che tutto era regolare nell’allevamento”.