Hiv sotto controllo grazie a 5 aminoacidi

Cinque aminoacidi fanno una grande differenza quando si tratta di Hiv. Nello specifico quella tra sviluppare la malattia – l’Aids – o meno.  Queste molecole, infatti, si trovano all’interno di una proteina chiamata HLA-B e permettono al sistema immunitario di un individuo di tenere sotto controllo la propria carica virale. A individuarle è stato un consorzio internazionale di ricercatori tra cui quelli del Ragon Institute of Massachusetts General Hospital, del Broad Institute, del Mit e di Harvard in uno studio pubblicato su Science Express.

Precedenti studi avevano mostrato un legame tra il sistema della proteina HLA e il controllo dell’Hiv, e da una ventina d’anni si è a conoscenza del fatto che in una minoranza di persone infette – circa una su 300 – il sistema immunitario è in grado di sopprimere naturalmente la replicazione del virus: riesce, cioè a mantenere la carica virale molto bassa e non permettere alla malattia di evolversi. Proprio per capire quali geni e proteine ci fossero alla base di questa “resistenza naturale”, Francis Pereyra, ricercatore del Ragon Institute e coautore della ricerca pubblicata su Science, ha dato il via all’International Hiv Controllers Study nel 2006. Lo studio ha coinvolto un migliaio di cosiddetti Hiv-controller (i fortunati che presentano questa resistenza al virus) e 2.600 pazienti “normali” in tutto il mondo.

Grazie a questo corposo campione, è stato possibile identificare la porzione di HLA essenziale al processo di riconoscimento e distruzione delle cellule infette da parte del sistema immunitario. Di solito, questa proteina attacca alcuni pezzettini (peptidi) alle proteine virali, le “incastra” dentro la membrana cellulare e la marca in modo che le cosiddette cellule killer del sistema immunitario (le t CD8) le eliminino definitivamente. Tutti e cinque gli amminoacidi identificati da Pereyra si trovano nella porzione di proteina HLA responsabile di questo processo. “Dei tre miliardi di nucleotidi presenti nel genoma umano, appena una manciata fa la differenza tra quelli che possono rimanere in salute nonostante un’infezione da Hiv e quelli che, se non trattati adeguatamente e per tempo, sviluppano l’Aids”, ha commentato Bruce Walker, direttore del Ragon Institute e coautore dello studio.

Riferimenti: DOI: 10.1126/science.1195271

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here