Horizon 2020: 80 miliardi per la ricerca europea

Dopo un lungo e faticoso travaglio, i ministri dello Sviluppo e della Ricerca europei hanno dato alla luce Horizon 2020, il piano di finanziamenti alla ricerca e all’innovazione tecnologica valido per il settennio 2014-2020. Il budget proposto, spiega un articolo su Nature, è superiore agli 80 miliardi di euro, e gli stati dell’Est Europa, insieme al Parlamento Europeo, hanno iniziato a premere per una distribuzione equa dei fondi.

Gli obiettivi strategici principali di Horizon 2020 si articolano nei progetti di “Excellent Science” (28 miliardi circa), “Industrial Leadership” (20 miliardi) e “Societal Challenges” (36 miliardi). Il primo si propone di rinforzare il ruolo europeo nel panorama scientifico mondiale attraverso varie iniziative fra cui i grant European Research Council (Erc). Il secondo invece ha come obiettivo quello di sostenere l’innovazione dell’industria, specialmente nei settori d’informatica e calcolo, nanotecnologie, scienze dei materiali, biotecnologie, robotica e scienza dello spazio. “Societal Challenges”, infine, è rivolto alle grandi sfide della ricerca su temi caldi quali l’agricoltura sostenibile, l’energia pulita, i trasporti, i cambiamenti climatici e la sicurezza.

Il programma però non intende trascurare le scienze umanistiche e sociali. “L’interdisciplinarietà è un requisito essenziale se per esempio si vuole orientare l’opinione della gente sui cambiamenti climatici, o su temi come il terrorismo, il crimine, la sicurezza. In tutti questi casi, le scienze naturali da sole non garantiscono il progresso”, dice Philip Flores, portavoce del ministro danese della Ricerca, Innovazione e Educazione.

Quello appena siglate è solo un accordo preliminare, e le discussioni sono appena iniziate. “Sappiamo tutti quali paesi faranno resistenza”, continua Flores. “Per il Settimo Programma Quadro, il predecessore di Horizon 2020, erano stati stanziati circa 50 miliardi di euro. L’aumento di fondi per la ricerca previsto dal nuovo programma è la conseguenza di tagli notevoli alla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, e la Francia, col suo settore agricolo importante, rischierebbe di perdere molti finanziamenti”.

Sulla questione della distribuzione dei finanziamenti fra i vari stati dell’UE, le pressioni dei paesi dell’Est Europa, e del Parlamento Europeo si stanno facendo sentire. I ministri di 11 stati dell’est, con una lettera indirizzata al Consiglio dei Ministri dell’UE, caldeggiano misure che garantiscano un accesso paritario ai finanziamenti, condizioni giuste per i nuovi arrivati e la parola fine per quei “club chiusi” degli stati occidentali che finora si sono aggiudicati la fetta più grossa dei fondi.

Non “quote geografiche”, ma maggiore equità. Richieste del tutto analoghe si sollevano dagli scranni del Parlamento Europeo, attraverso un comunicato della portoghese Maria da Graça Carvalho, che auspica anche la creazione di un programma dedicato a quei ricercatori che decidono di rientrare negli stati più poveri dopo aver intrapreso una carriera nei paesi più sviluppati.

Le discussioni sulle 140 pagine del programma si concluderanno probabilmente in Dicembre, sotto la presidenza cipriota dell’UE, e le decisioni esecutive su Horizon 2020 saranno prese entro il 2013.

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature.2012.10774

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here