C’è un nuovo record nell’ Universo. Appartiene a due buchi neri, i più grandi mai rilevati con misurazioni astronomiche dirette: la loro massa, infatti, è quasi dieci miliardi di volte quella del Sole. Si tratta di buchi neri ospitati in galassie relativamente vicine alla Terra, ed è per questo che la scoperta desta stupore. Sino a oggi, infatti, l’esistenza di buchi neri così grandi era stata ipotizzata solo nelle galassie più lontane, per esempio nelle quasar originatesi nei primi istanti di vita del Cosmo. Per descrivere un buco nero basta l’aggettivo che lo accompagna: una regione dello Spazio invisibile agli occhi. La sua gravità è talmente grande da comprimere la materia che lo costituisce sino a una densità infinita, raggiungendo uno stato fisico che non ha eguali nell’Universo. L’elevata attrazione gravitazionale di un buco nero, poi, non permette a niente (compresa la luce) di sfuggirgli: tutto viene risucchiato al suo interno. Ecco perché, nonostante sia invisibile, la presenza di un buco nero (e le sue proprietà) è dedotta osservando gli effetti che il suo campo gravitazionale provoca sulla materia circostante. Per esempio, il calcolo della massa di un buco nero può esser fatto basandosi sulla velocità delle stelle che gli orbitano attorno.
È quello che ha fatto un gruppo di ricerca coordinato da Nicholas J.McConnell della University of California, Berkeley (Usa). I ricercatori si sono concentrati su due galassie relativamente vicine alla Terra, una condizione che ha permesso di effettuare misurazioni dirette sulla velocità delle loro stelle. Si tratta di NGC 3842, la più luminosa tra le galassie appartenenti a un gruppo distante circa 320 milioni di anni luce dal nostro Pianeta, e NGC 4889, la più brillante del Coma Cluster, un gruppo di galassie lontane dalla Terra quasi 336 milioni di anni luce. Grazie ai dati ottenuti con il Telescopio Spaziale della Nasa Hubble e altri telescopi montati a terra, i ricercatori hanno ottenuto preziose informazioni circa la distribuzione delle stelle nelle due galassie. Utilizzando gli spettrografi dei telescopi hawaiani Gemini North e Keck 2, poi, sono anche risaliti alle velocità stellari.
Utilizzando questi dati, come spiegato nello studio in pubblicazione su Nature questa settimana, i ricercatori hanno quindi stimato la massa di buchi neri all’interno delle due galassie. Da qui la sorpresa: NGC 3842 e NGC 4889 ospitano al loro interno due buchi neri grandi, rispettivamente, 9,7 e 9,8 miliardi di volte la massa del Sole. Un record che batte il precedente, quello della galassia gigante Messier 87 che possiede un buco nero 6,8 miliardi di volte il Sole. Questi risultati superano le predizioni teoriche derivate dall’analisi della velocità di dispersione e della luminosità delle galassie, le metodologie di calcolo più diffuse per la stima della dimensione dei buchi neri. Sebbene questi metodi possano essere applicati efficacemente alle piccole galassie, suggeriscono i ricercatori, non vanno bene per descrivere i processi che influenzano la crescita delle galassie massicce e dei loro buchi neri.
Via: Wired.it
Credits immagine: Gemini Observatory/AURA illustration by Lynette Cook
Ciò che meno pensiamo possa esistere, solo perchè diviene anche e solamente una ipotesi incredibile nella nostra mente, essa esiste.
Forse la sua esistenza è nella nostra capacità di farla vivere come realtà o è la limitatezza dei nostri concetti che fino ad oggi l’ha resa non reale.
Il modello dell’universo che abbiamo sposato con la massima sicurezza è quello presentatoci ufficialmente dal pensiero codificato, ogni altra realtà deve soffrire l’irrealtà fino a che un buco nero di nuovi concetti non risucchia le vecchie immagini, le ipotesi e i cervelli fritti che vogliono che il tutto sia sempre come l’hanno ipotizzato. Quando lo desiderino, chi lo voglia, può ricevere alcune mie grafiche che danno la dimostrazione della semplice complessità del nostro universo compresi buchi neri e bianchi, nella perfetta sincronia dell’onda elettromagnetica universale