Le profondità delle catacombe romane di San Callisto, risalenti alla fine del secondo secolo avanti Cristo e in cui si trovano sepolti oltre trenta papi e martiri, ospitano anche due piccole, tipiche forme di vita appena scoperte. Il gruppo di ricerca coordinato da Clara Urzì dell’Università di Messina ha infatti trovato due nuove specie di batteri del genere Kribella sulle pareti delle sepolture romane. Come scrivono i biologi in un articolo pubblicato su International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology, questi microrganismi potrebbero essere i responsabili della corrosione dei reperti archeologici e il loro studio potrebbe fornire informazioni molto utili per la conservazione del patrimonio artistico. Tanto più che i batteri del genere Kribella, scoperti per la prima volta nel 1999, sono diffusi in tutto il mondo.
Le due nuove specie sono state battezzate Kribbella catacumbae e Kribbella sancticallisti, dal nome del luogo in cui sono state trovate. “Le particolari condizioni presenti nelle catacombe consentono l’evoluzione di specie tipiche”, afferma la Urzì: “In siti molto vicini tra loro abbiamo scoperto, infatti, due differenti specie di batterio Kribella. Ciò dimostra che anche piccoli cambiamenti nelle condizioni del micro-ambiente possono portare i batteri ad evolversi separatamente”. I ricercatori dovranno ora cercare di chiarire anche se l’ampia diffusione di questo genere è indice di un ceppo molto antico e stabile, o se più batteri simili si sono sviluppati parallelamente, nei diversi siti. (e.r.)