Non saranno le malattie cardiovascolari, come precedentemente preconizzato, ma l’Aids la patologia più diffusa nel 2030, che passerà dai 2,8 milioni di casi attuali ai sei milioni e mezzo nel prossimo futuro. Diminuiranno le malattie infettive, come malaria, diarrea e tubercolosi, ma saliranno ai primi posti della classifica, dopo l’Hiv, le malattie legate al fumo, i tumori e gli incidenti stradali.
È lo scenario sanitario che ci aspetta tra 25 anni, secondo le proiezioni dello studio epidemiologico “Global Burden of Disease” dell’Organizzazione mondiale della Sanità, pubblicato sulla rivista elettronica a libero accesso PLoS Medicine. La ricerca individua le principali cause di malattie e morte a livello mondiale di qui al 2030. I fattori socio-economici rappresenteranno una variabile significativa per l’avveramento delle previsioni: per questo, i ricercatori hanno distinto tre possibili scenari: uno pessimista, uno intermedio e un terzo ottimista. In tutti e tre i casi, ci sono notizie incoraggianti: ci saranno un innalzamento dell’età media, un miglioramento dell’aspettativa di vita per i bambini sotto i cinque anni e una diminuzione delle patologie contagiose ed infettive.
Fino al 2015 tuttavia le patologie legate al consumo di tabacco mieteranno il 50 per cento di vittime in più rispetto all’Aids. Nel 2030 il secondo e il terzo posto tra le malattie più diffuse saranno occupati rispettivamente dalla depressione (che colpirà il 10 per cento della popolazione nei paesi più ricchi) e dai disturbi cardiaci. Nello scenario più ottimista, invece, il killer numero tre non saranno le patologie cardiocircolatorie, ma gli incidenti stradali. (g.d.)