I mattoni della vita nella nube di Magellano

Forse non serve andare troppo lontano per conoscere a fondo i segreti dell’Universo. Lo ha dimostrato un’équipe della University College London (Ucl) che, studiando la Grande Nube di Magellano, ha osservato delle inaspettate differenze tra gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) presenti e quelli della nostra Via Lattea. Gli Ipa, abbondanti nella nostra galassia, sono composti del carbonio e, sulla Terra, si trovano soprattutto nel petrolio. Si tratta di sostanze organiche cancerogene, considerate fondamentali per il ciclo vitale di una stella, e proprio per questo ritenute estremamente interessanti dagli scienzati.

“Siamo rimasti sorpresi”, afferma Mikako Matsuura della Ucl, “perché i rilevamenti precedenti mostravano che nella Nube di Magellano fossero presenti Ipa simili a quelli della Via Lattea. I nostri studi invece dimostrano che, dopo essere state espulse da una stella morente, queste molecole organiche cambiano la loro composizione per riempire il vuoto all’interno della galassia. Le stelle morenti di Magellano, essendo più ricche di carbonio di quelle della Via Lattea, hanno più probabilità di generare queste ampia varietà di composti organici”.

Stelle come il nostro Sole, quando si avvicina la loro fine, consumano tutto il loro combustibile dando vita a processi che producono carbonio e ossigeno. Durante queste fasi, la stella morente espelle i rivestimenti esterni del proprio guscio, generando una nebulosa planetaria e trasformandosi così in una nana bianca. Proprio questo fenomeno, analizzato osservando lo spettro delle stelle studiate con il telescopio Spitzer (Nasa), ha permesso ai ricercatori di scoprire che gli Ipa, durante il periodo in cui sono soggetti alle radiazioni della nana bianca, presentano variazioni nella propria composizione, e poi tornano alla normalità una volta mescolatisi nel mezzo interstellare.  

La scoperta dei ricercatori implica che, al contrario di quanto si pensasse, in galassie come la Grande Nube di Magellano, una minor presenza di elementi pesanti (carbonio) non è sfavorevole per la formazione di molecole organiche. “Fino a quando le stelle continueranno a sintetizzare il carbonio al loro interno, le molecole organiche potranno formarsi e diffondersi in tutta la galassia”, aggiunge Matsuura. “Attualmente altre molecole di carbonio, come lo zucchero e l’alcol, sono state trovate nella Via Lattea. Se utilizzassimo strumenti appropriati, queste molecole potrebbero essere osservate anche oltre la nostra galassia, permettendoci di riuscire, in futuro, a conoscere le molecole organiche che hanno dato vita all’Universo”.

Riferimenti: Royal Astronomical Society

Credits immagine: Nasa/Jpl-Caltech/STScI

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