Nei paesi in via di sviluppo le tecniche agronomiche innovative e sostenibili potrebbero incrementare la produzione alimentare e ridurre il danno ambientale. Ad affermarlo sono gli esperti di agronomia riuniti in questi giorni al convegno annuale della American Association for the Advancement of Science (Aaas). Nel corso della sessione “Agricoltura sostenibile nel mondo in via di sviluppo: Esempi innovativi”, Jules Pretty, della University of Essex, ha parlato di tre risorse rinnovabili e localmente disponibili, che potrebbero essere impiegate per migliorare la produzione agricola: “Sfruttando al meglio il capitale naturale, quello sociale e quello umano”, ha detto Pretty “possiamo generare un’agricoltura produttiva ed ecosostenibile.” Secondo Pretty, uno degli ostacoli al mantenimento dei livelli necessari di produzione alimentare è la degradazione ambientale (erosione, disidratazione e contaminazione del suolo, con conseguente diminuzione della fertilità e della produttività) determinata dalle pratiche agricole tradizionali. Ma le soluzioni esistono. Koma Yang Siang, direttore esecutivo del Centre d’Etude et de Developpement Agricole Cambodgien (Cedac) ha portato l’esempio della Cambogia, che ha recentemente implementato un programma ecologico per intensificare la coltivazione del riso (Sri – System of Rice Intensification). Il programma insegna ai coltivatori a trapiantare le piante giovani (trapianto superficiale) e a mantenere livelli d’acqua minimi nei campi. Sostituendo il sistema Sri, già adottato da 500 coltivatori cambogiani, alla tradizionale tecnica di sfruttamento delle acque piovane, la produzione di riso può aumentare da una o due tonnellate per ettaro fino a 3 – 6 tonnellate, senza usare erbicidi e pesticidi. Secondo Koma, il programma Sri potrebbe essere applicato con successo nelle aree asiatiche ad alta densità di popolazione, dove la sopravvivenza è connessa alla produzione di riso. (f.n.)
