Si sta frantumando, ma è ancora pericoloso. Parliamo di A-68A, un gigantesco iceberg che nel 2017 si è staccato dalla piattaforma Larsen C in Antartide, e che ora viene monitorato costantemente dal satellite dell’Esa Copernicus Sentinel-1 perché si trova in rotta di collisione con la Georgia del Sud, un’isola situata nell’Oceano atlantico settentrionale. Qualche giorno fa si trovava a 120 km dalle coste dell’isola, e minacciava di incastrarsi nei bassi fondali e distruggerne così l’ecosistema marino. Poi, a causa delle forti correnti sottomarine, il colossale iceberg, delle dimensioni di circa 3 mila kmq, ha cambiato direzione ruotando di quasi 180 gradi, e l’intensa rotazione ha frantumato il colosso di ghiaccio, come riportato dal Guardian. Inizialmente l’iceberg principale si è diviso in due, con il distacco di una massa di ghiaccio di 144 kmq denominata dagli scienziati A-68D, e poi ha continuato a sfaldarsi producendo altri due iceberg di enormi dimensioni.
I due nuovi iceberg, A-68E e A-68F, sono stati individuati il 22 dicembre, e la British Antarctic Survey ne ha già calcolato l’area, pari, rispettivamente, a 655 e 225 kmq. Al momento, tutti i frammenti dell’imponenti massiccio di ghiaccio fluttuano trascinati dalla corrente circumpolare antartica e sotto lo sguardo attento della comunità scientifica. Il destino della Georgia del Sud infatti è ancora incerto.
Le dimensioni di A-68A si sono notevolmente ridotte, è vero, ma non si può dire che il pericolo sia scampato. L’iceberg originale è ancora molto vicino alle coste occidentali dell’isola e anche se attualmente si sta allontanando dalla Georgia del Sud le correnti potrebbero di nuovo spingerlo verso le coste, mettendo a rischio la fauna locale. Anche a pezzi in sostanza rimane pericoloso.
L’intera isola, infatti, è abitata da pinguini, foche, uccelli marini e balene che si nutrono di krill o pesce appena al largo della costa. “Se l’iceberg dovesse collidere, la distanza che dovrebbero percorrere questi animali per cercare cibo per i loro cuccioli sarebbe troppa, e non tornerebbero in tempo per evitare che questi muoiano di fame”, spiegava Geraint Tarling, ecologo del British Antarctic Survey. Inoltre, se A-68A dovesse entrare a contatto con il fondo del mare, ucciderebbe spugne, stelle, vermi e ricci di mare. “Queste comunità aiutano a immagazzinare grandi quantità di carbonio nel loro tessuto corporeo, la distruzione da parte dell’iceberg rilascerà il carbonio nell’atmosfera e questo avrà un ulteriore impatto negativo”, ha concluso il ricercatore.