Tralasciando rare eccezioni, da sempre i grandi capi di stato sono, oltre che acuti strateghi, anche abili oratori. Una recente ricerca della University of California DI Los Angeles (Ucla) presentata al 168° Meeting of the Acoustical Society of America (Asa) ha rivelato le basi scientifiche di questo legame, mostrando come il carisma esercitato dipenda fortemente dalla frequenza della propria voce.
Se si pensa a Martin Luther King, si torna subito indietro con la propria mente al 28 agosto del 1963, quando davanti al Lincoln Memorial di Washington fece il celebre discorso “I Have a Dream”. La carica carismatica che caratterizzava il politico e attivista statunitense era legata a molteplici aspetti, non ultima la sua profonda voce. Senza sminuire il suo grande operato, questa sua caratteristica ha infatti giocato un ruolo fondamentale nella sua vita. “La componente biologica di una voce carismatica è innata” ha affermato Rosario Signorello, ricercatore all’Ucla’s Bureau of Glottal Affairs, “ed è dovuta a come il relatore manipola i cambi di frequenza”.
Alla guida di un gruppo di ricerca internazionale, Signorello ha recentemente studiato questi cambiamenti, facendo etichettare a più di 250 persone le voci estrapolate da discorsi pubblici con l’aiuto di 67 aggettivi. Da disonesta a affascinante, ciascuna arringa è stata catalogata sulla base della percezione emotiva che provocava nell’ascoltatore. In questo modo il gruppo di ricerca statunitense è riuscito a svelare come la frequenza della voce incida sulla percezione che abbiamo degli altri. I relatori che variano molto nella frequenza della propria voce sono percepiti come più autorevoli rispetto a quelli che invece hanno un tono più monotono. In questo frangente, i risultati hanno mostrato che è di fondamentale importanza una determinata frequenza, chiamata frequenza F0 o frequenza fondamentale, che sembra trasmettere autorevolezza a chi ascolta. La scoperta è stata presentata al 168th Meeting of the Acoustical Society of America (ASA), meeting internazionale che si concluderà oggi.
Per Rosario Signorello, l’idea di come le frequenze alterino la nostra percezione è nata osservando i discorsi di Umberto Bossi risalenti a prima e dopo il 2004, anno in cui il politico italiano fu colpito da un ictus. Precedentemente all’evento, la voce del politico italiano era caratterizzata da un una frequenza media prossima alla frequenza fondamentale. L’ictus ha inciso sulle sue capacità vocali provocando cambiamenti nelle corde vocali e un conseguente appiattimento della voce. Secondo le ricerche di Rosario Signorello, Umberto Bossi è quindi passato a essere percepito da autoritario a benevolo.
Il ricercatore di origine italiana ha anche analizzato le arringhe dei politici Luigi de Magistris, François Hollande e Luiz Inácio Lula da Silva, specificando come però per la scelta del proprio leader politico è fondamentale il background culturale. “Non esiste una ricetta generale per essere più o meno carismatico, ma in ogni cultura ci sono diversi modi di manipolare la propria voce per trasmettere diverse sfumature di carisma” ha continuato Signorello. “Gli italiani sembrano volere un leader più dominante, i francesi un leader più competente.” Future ricerche potrebbero svelare se nei primati vale lo stesso meccanismo e come quindi l’utilizzo della frequenza fondamentale possa incidere sulla scelta del leader.
Riferimenti: Acoustical Society of America (Asa)
Credits immagine: Dick DeMarsico via Wikipedia