Se state sentendo l’inconfondibile canto del cuculo, con buona probabilità siete in una zona ad elevata biodiversità. Questo è quello che emerge da uno studio condotto da Piotr Tryjanowski e Federico Morelli, due ricercatori dell’Università di Poznan (Polonia). I due scienziati hanno messo in relazione la presenza del cuculo con alcuni parametri solitamente utilizzati per stimare la biodiversità e i risultati hanno permesso di scoprireil ruolo di bioindicatore del cuculo. L’efficacia predittiva, cioè il grado di affidabilità, del cuculo come indicatore di biodiversità è risultata addirittura superiore a quella dei rapaci.
“Un buon bioindicatore deve avere diverse caratteristiche” spiega Morelli: “deve essere particolarmente sensibile a uno o più parametri ambientali, deve essere facile da monitorare e il più possibile economico , inoltre deve funzionare indipendentemente dalle dimensioni del campione. Per questi motivi abbiamo individuato nel cuculo un ottimo candidato per svolgere le nostre ricerche”.
Il cuculo (Cuculus canorus) è un uccello largamente diffuso in Eurasia e Africa, classificato come LC (a basso rischio) dalla red list della IUCN. Non ha un habitat specifico e la sua caratteristica più particolare è il fatto che depone le uova nei nidi di altri uccelli, parassitando così le cure parentali.
Lo studio è stato realizzato nell’ovest della Polonia, con un record di dati riguardanti ricchezza di specie di uccelli e eterogeneità ambientale. Questi due parametri sono largamente utilizzati come“surrogati” di biodiversità. Grazie a delle elaborazioni statistiche gli scienziati hanno testato la corrispondenza tra i valori dei surrogati di biodiversità e la presenza del cuculo. Utilizzando lo stesso sistema hanno anche analizzato la relazione fra i surrogati e la presenza di alcune specie di rapaci (Poiana comune, Astore, Sparviero e Gheppio), in modo da avere un termine di paragone.
La presenza del cuculo è risultata essere strettamente correlata con un elevato livello di biodiversità; dalle analisi è inoltre emerso che il potere predittivo del cuculo è più alto del 27% rispetto a quello dei top predators.
“Una delle maggiori utilità di questi risultati potrebbe essere il fatto che dato che il Cuculo è facilmente riconoscibile anche da persone non esperte, potrebbe essere utilizzato in programmi di monitoraggio che coinvolgono anche comuni cittadini”, sottolinea Morelli: ”I cosiddetti citizen programs, che ormai in Europa vengono sempre più spesso utilizzati per diversi motivi: consentono di ridurre i costi di censimento e di lavoro sul campo, ed inoltre aiutano anche a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della natura e della conservazione”.
via Thawildisgelo
Credits immagine: Vogelartinfo via Wikipedia
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