Alla fine del Permiano, 250 milioni di anni fa, scomparirono dalla faccia della Terra il 90 per cento delle specie marine e il 70 per cento dei vertebrati. A causare la più grande estinzione di massa nella storia del nostro pianeta, accompagnata dalla separazione dei continenti, fu probabilmente l’impatto di un meteorite: la prova di quell’evento catastrofico sarebbe nascosta sotto i ghiacci dell’Antartide, a 1.500 metri di profondità. Lo dicono le rilevazioni gravimetriche del satellite Grace della Nasa che ha scoperto un enorme cratere di 480 chilometri di diametro nella parte orientale del Polo Sud. I dati sono stati annunciati al convegno di Baltimora della American Geophysical Union. A provocare il cratere sarebbe stato un asteroide largo di 50 chilometri che si schiantò sulla Terra a cavallo tra il Permiano e il Triassico. La datazione indiretta è stata possibile studiando le fluttuazioni di gravità del suolo sotto la superficie ghiacciata, ovvero le variazioni di densità delle rocce nella crosta terrestre. In seguito all’impatto dell’asteroide, il materiale proveniente dal mantello è risalito verso l’alto e si è intruso nella crosta. La sua presenza può essere rilevata dallo spazio come un’anomalia gravitazionale, perché il mantello ha una densità superiore. Anche se si tratta di dati preliminari, la presenza del cratere sotto l’Antartide fornisce la prima conferma dell’impatto che praticamente cancellò la vita sulla Terra, spianando la strada all’evoluzione dei dinosauri. Lo scontro, secondo gli studiosi, fu molto più forte di quello che successivamente causò l’estinzione dei grandi predatori preistorici, di cui resta traccia nel cratere di Chicxulub, nello Yucatan messicano. (da.c.)