Gli sportelli pubblici si aprono alla Rete. Dopo il boom dell’utenza privata è l’ora delle amministrazioni locali – regioni, provincie e comuni – la cui presenza si Internet è ormai una realtà consolidata. E’ quanto riporta il quarto rapporto stilato da Assinform e Rur-Censis sulle città digitali in Italia. Il rapporto evidenzia un miglioramento e un uso crescente da parte delle amministrazioni locali di Internet come strumento di informazione e servizio, ma anche una lentezza oggettiva nel fornire servizi online ai cittadini. Inoltre viene sottolineato un dualismo tra nord e sud della penisola, soprattutto se si guarda alla funzionalità dei servizi in Rete.
L’indagine ha preso come campione tutte le amministrazioni regionali, le 103 amministrazioni provinciali con i relativi comuni capoluoghi di provincia, più un campione di 350 comuni, rappresentativo dei 2.250 che hanno una popolazione compresa tra i cinquemila e i 100 mila abitanti. La ricerca è stata realizzata tramite una nuova metodologia d’indagine. Non sono stati utilizzati questionari o interviste, ma un’analisi diretta dei siti web così come sono reperibili in Rete, in modo da verificarne anche la funzionalità tecnica, quella di accesso e utilizzo.
I risultati hanno mostrato che tutte le regioni, il 91 per cento delle provincie e il 95 per cento dei grandi comuni e il 46 per cento dei piccoli presi in esame, dispone di un sito web. L’evoluzione è verso una sempre maggiore ricchezza e varietà di contenuti. Anche se è ancora forte la componente autoreferenziale, quasi celebrativa della propria burocrazia. L’interattività delle pagine web, vale a dire la vera e propria diffusione dei servizi online ai cittadini, è ancora a un livello di sviluppo limitato. La maggioranza dei siti offre informazioni ad ampio raggio. I bandi di fornitura e concorsi sono pubblicati sul 70 per cento dei siti delle amministrazioni provinciali, mentre per i grandi comuni si scende al 67 per cento. Informazioni riguardo istruzione e formazione fanno parte del 62 per cento dei comuni maggiori. Vanno bene anche i contenuti che interessano lavoro e sanità: sono presenti sull’80 per cento dei siti regionali. Meno buona la situazione dei servizi sociali, si possono trovare indicazioni a riguardo nel 57 per cento dei comuni maggiori.
Inoltre, la ricerca ha provveduto a elaborare una classifica. L’indice di riferimento va da uno a 100, e i criteri di riferimento sono diversi: la trasparenza amministrativa, la qualità dei servizi, la facilità di accesso e interattività, la ricchezza di link con altri siti pubblici o privati, e la funzionalità del sito. Tra le regioni, il podio del vincitore spetta alla Ligura che totalizza 67 punti. Segue il Trentino con 62. Medaglia di bronzo all’Emilia Romagna che raccoglie 60 punti. Passando alle provincie, taglia per prima il traguardo Mantova, con 66, seconda Macerata, che ha totalizzato 59, in terza posizione c’è Firenze con 58. Bologna è la prima tra i comuni capoluogo, con un valore pari a 70. Seconda piazzata è Modena, che totalizza 67. Anche in questa categoria il terzo posto spetta a Firenze, con 64.
Infine dall’indagine si evidenziano fattori che hanno spinto alla maggiore diffusione e miglioramento di questi servizi: in primo luogo la grande diffusione di Internet a partire dalla seconda metà del 1999, oggi il 20 per cento della popolazione adulta in Italia frequenta la Rete, in secondo luogo un rinnovato interesse da parte del governo centrale verso lo sviluppo delle pubblica amministrazione online.