Il contesto in cui si svolge il pranzo di lavoro influenza la capacità cognitiva e gli stati emotivi di una persona nella fase post-prandiale. A suggerirlo è uno studio, pubblicato su Plos One, che mostra come concedersi una pausa al ristorante con un amico, magari dopo una breve passeggiata per raggiungere il locale scelto, riduca il controllo cognitivo e aumenti l’armonia sociale di una persona più di un pranzo solitario alla propria scrivania.
I pasti sono molto importanti per gli esseri umani, non solo come fonte di nutrimento e di energia, ma anche come istituzione culturale e sociale e, senza dubbio, come fonte di piacere. Un buon pasto assunto in compagnia, infatti, può mettere di buon umore, stimolare nuove idee, ridurre le tensioni sociali e promuovere un accordo reciproco in affari, nella politica e in famiglia. Per capire davvero quanto queste sensazioni fossero correlate alla condivisione del pasto, i ricercatori guidati da Werner Sommer dell’Università Humboldt di Berlino hanno confrontato (dal punto di vista cognitivo ed emotivo) le conseguenze di un pranzo in compagnia con quelle di una pausa solitaria alla scrivania.
Le partecipanti allo studio, tutte donne, sono state suddivise in due gruppi: le prime hanno mangiato con un amico al ristorante per un’ora dopo una breve passeggiata per raggiungere il locale; le seconde hanno consumato un pasto solitario alla scrivania. Il pranzo era identico in entrambi i casi, sia per la tipologia che per la quantità del cibo consumato. Tutti le partecipanti sono state osservate durante tre diverse fasi: pre, durante e dopo il pasto.
I ricercatori hanno constatato che nel periodo successivo al pasto le donne del primo gruppo erano più calme e meno vigili rispetto alle altre. Non a caso le indagini condotte dai ricercatori hanno mostrato una diminuzione nei processi di controllo cognitivo e nel monitoraggio degli errori tra chi mangiava in compagnia, tanto che questi, in alcuni test svolti dopo il pranzo, hanno ottenuto risultati peggiori di coloro che avevano consumato il proprio pasto seduti alla scrivania. Di contro, chi aveva condiviso un pasto in compagnia era più rilassato e in armonia rispetto agli altri.
“Poiché i pasti differivano per molti aspetti, quali la presenza di un amico, l’ambiente scelto e la mancanza di restrizioni di tempo è impossibile specificare a questo punto quale variabile sia cruciale per gli effetti osservati nel nostro studio”, spiegano gli autori, continuando: “La riduzione del controllo cognitivo è uno svantaggio quando si richiede uno stretto auto-monitoraggio delle prestazioni e grande attenzione per gli errori, come ad esempio nell’elaborazione numerica. In altre situazioni invece, ad esempio quando si desidera l’armonia sociale e la creatività, un’attenuazione del controllo cognitivo può essere un vantaggio”.
Riferimenti: PLOS ONE doi:10.1371/journal.pone.0070314
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