Si deve tenere nascosta una scoperta scientifica se ha le potenzialità per distruggere il genere umano? È quanto si stanno chiedendo gli scienziati del National Science Advisory Board for Biosecurity statunitense. Il problema in questione è rendere o meno noti i risultati di uno studio dei ricercatori dell’ Erasmus Medical Center di Rotterdam che ha portato alla realizzazione di un ceppo modificato di virus dell’influenza aviaria in grado di uccidere milioni di persone.
Gli scienziati, guidati dal virologo Ron Fouchier, sono infatti riusciti far superare al virus uno dei suoi principali punti deboli. Finora infatti, l’infezione, per quanto letale (su 600 persone colpite ne è morto il 60%), non si trasmetteva facilmente: il contagio avveniva solo da uccelli malati o attraverso un ravvicinato contatto fisico con una persona infetta. I ricercatori di Rotterdam, invece, con appena cinque mutazioni in due geni chiave – mutazioni che, sottolineano gli scienziati, possono facilmente avvenire anche in natura – sono riusciti a creare un ceppo di influenza aviaria in grado di trasmettersi per via aerea.
Lo studio, commentato per la prima volta sul sito di Science a inizio dicembre, è per ora top secret e il Biosecurity board, parte dei National Institutes of Health statunitensi che hanno finanziato la ricerca, sta decidendo il da farsi. Secondo quanto dichiarato in esclusiva al quotidiano inglese The Independent da un consigliere scientifico del governo Usa che ha chiesto di rimanere anonimo, per la prima volta il consiglio avrebbe detto al governo che esiste la reale possibilità che, se l’intera sequenza genetica del virus mutato fosse pubblicata su una rivista scientifica a libero accesso, potrebbe essere usata in maniera impropria e pericolosa. Infatti, i responsabili dei Nih stanno valutando in questi giorni quanto della ricerca possa essere pubblicato e quanto invece sarà meglio tenere nascosto.
“Il peggior scenario immaginabile è meno grave di quello che realmente potrebbe avvenire”, ha dichiarato il consigliere. “Ci sono aree della scienza dove l’informazione deve essere controllata”, ribadisce lo scienziato.
Non di questo parere sono Fouchier e i suoi colleghi che, sebbene chiusi in silenzio stampa fino a quando una decisione definitiva non sarà presa, tengono a sottolineare i vantaggi derivanti dal loro lavoro: “Ora sappiamo a quali mutazioni prestare attenzione in caso di un focolaio e possiamo fermare l’infezione prima che sia troppo tardi. Inoltre, questi risultati potranno aiutare il tempestivo sviluppo di vaccini e farmaci”.
Sembra, inoltre, che un altro team delle università del Wisconsin e di Tokyo, guidati da Yoshihiro Kawaoka, abbia ottenuto un simile risultato. Se ciò è vero, sottolinea la semplicità con cui mutazioni del genere – in grado di creare un super virus potenzialmente letale per il genere umano – possano essere realizzate in qualsiasi (o quasi) laboratorio universitario. “Non sarebbe meglio limitare questo tipo di esperimenti nei laboratori militari?”, si chiede qualcuno, preoccupato per la sicurezza nel maneggiare questo tipo di virus. Ma la domanda principale resta: per quanto ancora potranno rimanere nascoste queste informazioni?
via wired.it
Credits immagine Incessant Flux via Flickr