Un dato che fa riflettere emerge da uno studio scientifico che ha comparato le caratteristiche del latte materno delle mamme della nostra penisola con il latte delle mamme originarie del Burundi. La sorpresa, forse inaspettata, è legata ai risultati che questa ricerca, pubblicata dalla rivista Isme Journal – Nature, ha prodotto: il latte e il colostro delle mamme africane sono più ricchi di interazioni complesse tra batteri e ciò si traduce nella presenza di un microbioma migliore che potrebbe influire sulla salute del nascituro.
Il microbioma è composto da un insieme dei microorganismi presenti nell’apparato gastrointestinale e in altri distretti e liquidi biologici umani che svolgono e regolano funzioni essenziali per il perfetto funzionamento del nostro corpo, tanto da venire considerato una sorta di secondo cervello.
“La qualità del microbioma è strettamente legata al tipo di alimentazione della mamma” afferma il Lorenzo Drago, Direttore del laboratorio di analisi chimico cliniche e microbiologiche dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano (Gruppo ospedaliero San Donato) e Professore di Microbiologia Clinica del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, che ha guidato lo studio. “Uno stile di vita semplice e salutare, l’assunzione di cibi grezzi, non raffinati o pastorizzati, lo scarso consumo di latticini e zuccheri, l’alto apporto di cibi vegetali tipici di quellezone dell’Africa favoriscono la formazione di un microbioma più complesso che la madre trasmette al bambino attraverso il proprio latte. L’allattamento al seno delle donne africane si dimostrerebbe quindi più efficace nella prevenzione di quelle malattie correlate all’alterazione del microbioma (allergie, diabete, obesità), elemento fondamentale soprattutto se si considera l’ambiente in cui questi bambini crescono”.
Il lavoro realizzato utilizzando una metodologia già impiegata per lo studio delle reti neurali e in collaborazione con il Dipartimento di pediatria dell’Università di Verona e la Pro-Africa Foundation, ha evidenziato come lo stile di vita e le scelte alimentari influiscano in maniera netta sul principale nutrimento dei neonati e ha portato alla luce il profondo divario tre le due popolazioni.
“Sembra difficile da credere ma proprio l’occidente consumista, che avrebbe la possibilità di compiere scelte salutari, ha invece adottato comportamenti talmente dannosi, si pensi al fumo, all’alcol e al cibo spazzatura, tali da compromettere la qualità di un importante alleato come il microbioma. Questo si ripercuote inevitabilmente sulle generazioni future che, mi auguro, possano cambiare questo trend negativo”, conclude Drago.
Riferimenti: Microbiota network and mathematic microbe mutualism in colostrum and mature milk collected in two different geographic areas: Italy versus Burundi; Lorenzo Drago, Marco Toscano, Roberta De Grandi, Enzo Grossi, Ezio M Padovani and Diego G Peroni; Isme Journal
L’ età media delle madri italiane (n=20) e del Burundi (n=30) avevano una età media rispettivamente di 35.7 e di 23.4 anni e l’ età gestionale di 39.2 e 37.2 settimane. Che razza di confronti si vogliono fare?