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In pericolo la salute dei gay

Negazione della dignità di persona umana, maltrattamenti e discriminazioni che sfociano spesso in torture, aggressioni e omicidi. Sono questi gli abusi che omosessuali, bisessuali e trans subiscono sempre più frequentemente. Per di più, legittimati dai governi di molti popoli, attraverso pregiudizi sociali, tradizioni religiose, legislazioni discriminatorie. A fare il punto della situazione è Amnesty International in una relazione pubblicata dal prestigioso The Lancet. L’organizzazione leader in difesa dei diritti umani punta il dito, in special modo, sulle responsabilità morali e professionali di chi opera nel settore della salute. Il cui ruolo, si legge nel rapporto, non è quello di “spettatori passivi, bensì di attivi perpetratori di abusi”, citando per esempio quelle terapie volte a “riparare” l’orientamento omosessuale, praticate sotto il regime militare dell’apartheid in Sud Africa. Si tratta di comportamenti che colpiscono la salute di gay, lesbiche e trans in vari modi: provocando stress, fisico e psichico; escludendo le persone con una diversa identità sessuale dai programmi governativi di salute pubblica, creando barriere che possono condurre a standard di cura inadeguati e di bassa qualità. Ne è prova il fatto che l’omosessualità venga inclusa, presso alcuni paesi, nella lista delle malattie mentali e “curata” con medicine, esercitando in tal modo una sorta di controllo sociale. Cosa devono dunque fare i governi e le istituzioni competenti? Amnesty International non ha dubbi: assicurare a tutte le identità sessuali programmi e servizi sanitari innovativi; ripudiare le leggi discriminatorie, condannare torture e maltrattamenti, qualsiasi sia la vittima, e stipulare trattati di protezione internazionale al riguardo. (d.d.v.)

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