(Università Milano-Bicocca) – Uomo. Anglofono. Dallo stile pop. Meglio se con alle spalle pochi anni di carriera. Per conquistare il mondo, gli bastano tre minuti. Questo l’identikit del cantante perfetto secondo quanto ricostruito da tre studenti del corso di laurea magistrale in Data Science dell’Università di Milano-Bicocca per Info Data che hanno raccolto i dati di un anno di ascolti – il 2017 – su Spotify, il servizio musicale che offre lo streaming on demand di più di 30 milioni di brani delle principali case discografiche internazionali.
Un’analisi pubblicata su Info Data, la sezione di Data journalism del Sole24Ore.com nata nel 2011 come strumento per analizzare i fatti attraverso i numeri. Si tratta del primo di una serie di articoli in collaborazione tra l’ateneo e il quotidiano frutto di un accordo che vede il coinvolgimento del Vicedirettore del Sole 24 Ore con deleghe al digitale Roberto Bernabò e del giornalista del quotidiano esperto di Data Journalism Luca Tremolada formare gli studenti di data science sull’applicazione dell’analisi dei dati al giornalismo. L’accordo permette infatti agli 86 studenti iscritti al primo anno del corso magistrale partito a settembre all’Università Bicocca di mettersi in gioco nella gestione del ciclo della vita dei dati, dalla raccolta fino alla visualizzazione e descrizione per un pubblico di lettori. Una attività collaterale offerta a chi supera l’esame dell’insegnamento di Data Management and Data Visualization. Dopo l’orale, la possibilità di vedere il proprio elaborato finale pubblicato su Info Data del Sole 24 Ore.
Dall’andamento dei Tweet durante le partite di Serie A o dei mondiali di calcio in Russia ai tratti comuni dei top player della Nba negli ultimi decenni fino alla ricetta della canzone perfetta, oggetto di “Spotiwhy”. Autori dell’analisi sono stati gli studenti Silvia Santamaria, Alberto Raimondi e Davide Meloni che, sotto il coordinamento del giornalista del Sole 24 Ore Luca Tremolada, hanno realizzato un identikit della canzone perfetta, raccogliendo i dati delle 200 canzoni più ascoltate giorno per giorno nel 2017 in ognuno dei 50 Paesi in cui opera Spotify, facendo emergere i punti chiave che contraddistinguono i brani delle canzoni emergenti sui gradini più alti del podio. Il 2017 è stato l’anno di Ed Sheeran e di “Despacito”.
Secondo la ricerca, se si vuole mirare a un successo planetario, la prima regola è cantare in inglese. I cantanti anglofoni rappresentano più del 90 per cento di quelli presenti nella top chart. A dominare i primi mesi del 2017, nelle preferenze degli utenti, è stata infatti “Shape of You”. Fanno eccezione i mesi estivi, nei quali le hit virano sullo spagnolo e sulle atmosfere latine. Come testimoniato dall’exploit di Luis Fonsi. Quanto al genere musicale, gli artisti pop assicurano un successo immediato (59 per cento del totale), seguiti dai rapper (20 per cento).
Il cantante ideale è preferibilmente maschio (vale per il 74 per cento delle canzoni più scaricate) e non è sulla cresta dell’onda da troppo tempo. Quasi l’80% degli artisti in classifica è sul mercato da meno di vent’anni, il 20% dal 2010. Il pubblico si diverte a scoprire cantanti ancora poco noti e un artista di poca fama ha più facilità a scalare le classifiche. Piace di più la canzone tra i tre e i tre minuti e mezzo di durata.
Riguardo alle proprietà musicali dei singoli brani, la canzone ideale è molto ballabile ed energetica con un utilizzo di strumenti acustici per favorire un ritmo veloce e travolgente. Con una eccezione stagionale: tra estate e autunno le canzoni più trascinanti passano in secondo piano rispetto a quelle più melodiche. Nei testi la parola più ricorrente – esclusi articoli e congiunzioni – è “Love”, seguita da “know” e “need”.
Oltre ai due cantanti più scaricati dello scorso anno, quali altri hanno raggiunto la vetta? Da gennaio a dicembre, The Weeknd con “Starboy”, Kendrick Lamar con “Humble.”, J Balvin con “Mi Gente”, Sam Smith con “Too Good At Goodbyes”, Post Malone con “rockstar” e Taylor Swift con “Look What You Made Me Do”. Una delle due sole donne a scalfire il predominio maschile. L’altra è Mariah Carey con l’intramontabile “All I want for Christmas is you”. Conferma di un’altra curiosità rivelata dai tre studenti: i cantanti più esperti acquistano posizioni nei mesi natalizi. Il fascino del Natale riporta alla mente le voci evergreen della musica internazionale. Ed ecco, sotto l’albero, al secondo posto, “Last Christmas” degli Wham!.
Riferimenti: Università Milano-Bicocca