Più istruite, più impegnate nella professione, meno centrate sul matrimonio. Più attente al benessere, alla salute e alla cura di sé, sono sempre più determinate a perseguire i loro obiettivi. Ma di amore, sesso e contraccezione sanno ancora troppo poco. Sono le ragazze tra i 18 e i 24 anni, oggetto di un’indagine condotta da GfK Eurisko sui mutamenti degli stili di vita delle giovani donne dai primi anni ’90 ad oggi, presentata in occasione del Convegno “Amore e Ormoni nella vita delle donne” a Roma.
“I dati ci dicono che il sesso per 3 ragazze su 4 è molto importante ma 1 su 4 riferisce di viverlo come qualcosa che bisogna fare per integrarsi con il gruppo. Appare evidente una difficoltà dei genitori a parlare di questi argomenti”, dice Isabella Cecchini, Direttore del Dipartimento Salute di GfK Eurisko . Dunque le giovani donne scoprono precocemente il sesso ma senza un’adeguata preparazione. La sessualità viene vissuta in maniera più naturale di un tempo ma in modo superficiale e con poca emotività e romanticismo; ciò denota una scarsa maturità affettiva dovuta in parte alla precocità d’inizio e in parte al cambiamento dei modelli culturali di riferimento. Complice, in questo scenario, l’abdicare del ruolo educativo dei genitori. Ecco allora una sessualità vissuta molto superficialmente senza costruire legami duraturi, poco responsabile, il che spiega quel 40% di giovani donne che non usano alcun metodo contraccettivo e quello scarso 18% di utilizzatrici di contraccezione ormonale come la pillola che però viene spesso dimenticata.
A fronte dello scarso dialogo in famiglia sono le tecnologie a farla da padrone. Le giovani donne parlano e si informano di sesso e di metodi contraccettivi su internet (75%), con il proprio partner (54%) e con il ginecologo (51%). Seguono le amiche (50%) e in ultima posizione si affaccia la figura materna (23%) seguita dalla televisione e dalle riviste.
E però, quando sono informate, le donne si avvicinano senza timori alla contraccezione ormonale, e preferiscono scegliere i metodi più innovativi che associano ai benefici della contraccezione ormonale un basso dosaggio e una maggiore libertà grazie alla modalità e ai tempi di assunzione non giornalieri. Questo è quanto emerge da ECOS, uno studio osservazionale condotto su quasi 2.000 donne italiane tra i 18 ed i 40 anni (età media 26 anni). Obiettivo dello studio è stato quello di valutare il counseling, ossia il dialogo informativo tra medico e paziente, sui contraccettivi ormonali combinati e di osservare gli effetti sulle decisioni delle donne. È stato comparato il metodo effettivamente scelto dalla donna con quello che avrebbe voluto scegliere prima del counseling e del confronto con il ginecologo. Emerge dallo studio che la percentuale di donne che si orienta verso la scelta dell’anello contraccettivo, successivamente al colloquio con il ginecologo, aumenta di oltre 4 volte (dal 5% al 21%); la percentuale passa dal 3% al 7% per il cerotto, mentre rimane invariata per le donne che scelgono di utilizzare la pillola. In generale le donne che non avevano idea su quale fosse il metodo contraccettivo più adatto a loro, dopo il confronto con il medico, hanno optato per un metodo che non prevedesse l’assunzione giornaliera di una pillola a conferma che l’aumentata complessità spinge le donne a ricercare e adottare soluzioni che semplifichino dove possibile la loro vita.
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