Fino al 2003 nessun progetto di ricerca sugli embrioni umani e sulle cellule staminali da essi derivate sarà finanziato dall’Unione Europea. È questo il risultato della negoziazione italiana sull’approvazione del sesto programma quadro europeo di ricerca, che per il periodo 2002-2006 metterà a disposizione degli scienziati europei 17,5 miliardi di euro. “In nessun modo consentiamo”, ha spiegato il viceministro per l’istruzione e la ricerca scientifica Guido Possa, “che per fini di ricerca si utilizzino embrioni umani direttamente o indirettamente determinandone la distruzione. Consideriamo che un embrione umano è un essere vitale che ha la potenzialità di diventare un essere umano: questa potenzialità gli conferisce un carattere di particolare rilievo, un carattere sacro”. Il viceministro ha poi sottolineato che la posizione italiana, oltre a non impedire alla scienza di svolgere il suo compito, vanta prestigiosi partner: “Non mettiamo un bavaglio alla ricerca, la nostra posizione è in linea con quella assunta del presidente Usa George W. Bush, e attualmente vi sono una settantina di linee staminali che si possono moltiplicare ai fini della ricerca”. La decisione europea non impedisce infatti l’utilizzo di cellule staminali o linee di cellule staminali già esistenti. Anche se non totalmente d’accordo, Germania, Austria, Irlanda e Portogallo, hanno espresso comprensione per la posizione del nostro Paese. (f.f.)