I migliori candidati a ospitare civiltà extraterrestri sono stati selezionati attraverso i loro segnali radio. E verranno osservati di nuovo. Il progetto SETI@home, lanciato nel 1999 dalla University of California a Berkeley (Usa), ha coinvolto milioni di persone comuni, disposte a sacrificare una parte della potenza dei loro computer per analizzare i dati dei radiotelescopi alla ricerca di segnali provenienti da forme di vita intelligenti. E così, grazie all’uso di uno screensaver molto sofisticato, in quattro anni è stato possibile accumulare l’equivalente di milioni di anni di calcolo. Adesso, i risultati più significativi sono stati selezionati e le corrispondenti radio sorgenti verranno riosservate con il telescopio di Arecibo, a Portorico. La scelta dei candidati è stata fatta in base a una serie di criteri, tra i quali la continuità del segnale nel tempo, la sua potenza e la vicinanza a stelle per le quali è noto un pianeta orbitante. Nonostante il numero delle sorgenti interessanti superi le 150 unità, gli scienziati più ottimisti dubitano che la probabilità di rivelare un segnale attribuibile agli alieni possa raggiungere l’1 per cento. Dan Werthimer, che guiderà il gruppo di ricercatori alla volta di Arecibo, è comunque fiducioso: “Credo che verosimilmente scopriremo civiltà extraterrestri nei prossimi 100 anni. Anche se non dovessimo trovare un segnale dagli alieni questa volta, alla lunga rimango ottimista, dal momento che le nostre capacità di ricerca stanno raddoppiando ogni anno”. (s.b.)