La paura corre su più fili

Ad avvertire la paura e dare l’allarme sono aree del cervello diverse. Lo rivelano due studi pubblicati su Nature, che hanno individuato diversi circuiti neuronali specializzati nel gestire gli stimoli legati a questa sensazione. Alcuni si attivano solo in presenza di un segnale di pericolo, altri sono responsabili della trasmissione dello stimolo alle diverse parti del cervello fuori dall’amigdala, la struttura cerebrale che gestisce le emozioni.

Nel primo articolo, il gruppo di ricerca del California Institute of Technology (Pasadena, Usa) ha dimostrato che a regolare lo stimolo della paura sono due differenti sottotipi neuronali con funzioni antagoniste. In condizioni di tranquillità alcune cellule inibiscono la trasmissione di determinati segnali al di fuori dell’amigdala; quando, invece, si avverte un pericolo, queste cellule si “spengono” e ne vengono attivate delle altre che trasmettono il segnale di allerta. Come hanno mostrato gli studiosi, a differenziare i due sottotipi neuronali è un enzima – la protein chinasi C-delta (PKCΔ) – che è presente nelle cellule inibitorie e assente nelle altre.

Il secondo studio, guidato dal Friedrich Miescher Institute for Biomedical Research (Basilea, Svizzera), ha individuato una suddivisione spaziale dell’amigdala: ci sarebbero regioni responsabili del riconoscimento della situazione di pericolo, e altre implicate nella trasmissione del segnale alle altre zone del cervello. In particolare, il gruppo ha studiato la capacità dei topi di associare un suono a un evento spiacevole: dopo qualche sessione di addestramento, gli animali mostrano di aver paura in presenza di un determinato stimolo sonoro, e cominciano a tremare. I ricercatori hanno evidenziato che, inattivando la regione laterale del nucleo centrale dell’amigdala, i topi perdono la capacità di associare i segnali di pericolo allo stimolo sonoro. Quando gli scienziati bloccano la regione mediale del nucleo, gli animali sono in grado di memorizzare lo stimolo, ma non riescono a trasmetterlo alle altre regioni del cervello. Negli esperimenti, questi animali non erano in grado di tremare.

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature09553
doi:10.1038/nature09559

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