La scienza dell’orgasmo

Dal sesso nelle caverne a Sex and the City. Jonathan Margolis, giornalista e fin qui autore soprattutto di biografie (dall’illusionista Uri Geller all’attore Jonh Cleese) si cimenta questa volta con una biografia decisamente sui generis. Il protagonista del suo ultimo libro è l’orgasmo: un “sottoprodotto” dell’evoluzione biologica, dove gioca il ruolo di incentivo alla riproduzione della specie, che l’evoluzione culturale umana ha trasformato nei secoli ora in un tabù, ora (nell’ultimo secolo, in particolare) in un protagonista assoluto. Uno “sdoganamento” in piena regola dell’orgasmo, ormai celebrato e messo al centro del dibattito culturale persino nella morigerata Hollywood. Chi non ricorda la celebre scena di “Harry ti presento Sally” in cui Meg Ryan simula un orgasmo al ristorante di fronte a un attonito Billy Cystal, facendo dire a un’altra cliente “prendo quello che ha preso la signorina”?

Il libro di Margolis mescola biologia, psicologia evolutiva, storia e letteratura per ricostruire le origini e le alterne fortune della ricerca del piacere sessuale negli esseri umani. Soprattutto, vuole indagare e spiegare le differenze tra l’orgasmo maschile e quello femminile. Passando in rassegna i contributi di molti nomi noti, da Freud a Masters&Johnson, da Kinsey a Stephen Jay Gould, l’autore avvalora la tesi per cui le differenze tra i sessi nella ricerca del piacere sono insanabili perché riconducibili al vantaggio evolutivo e alla riproduzione della specie. Fin qui, nulla di particolarmente nuovo. Nella prima parte, l’autore definisce e classifica. Morfologia ed evoluzione degli organi riproduttivi, storia e diffusione delle principali pratiche sessuali, casi più o meno notevoli di disturbi della sessualità. Nel dubbio che il tutto risulti troppo asettico, intervalla con una valanga di aneddoti che vanno dall’instancabile attività sessuale di Cleopatra, ai consigli dietetici per rendere più gradevole il sesso orale, fino ad accurate misure in litri dell’eiacualato del maschio medio occidentale, con tanto di contenuto in vitamina C (60% della dose giornaliera raccomandata, per la cronaca).

Per il resto, gran parte del libro è storia culturale del piacere sessuale. Che inizia da “Orgasm B.C.”, quando, almeno a detta dell’autore, gli esseri umani non avevano ancora scoperto il legame tra sesso e procreazione e tutto era molto più semplice (quando lo scoprirono iniziò tra l’altro la dominazione dell’uomo sulla donna). Poi i costumi sessuali di antico Egitto, Grecia classica e Roma, fino all’età cristiana, quando tutto ciò che fino ad allora era comunemente accettato (masturbazione, sesso anale e orale, omosessualità) diventa più o meno rapidamente tabù: colpa soprattutto di Sant’Agostino e San Tommaso, ci spiega Margolis. Seguirà un “medio evo” della sessualità, interrotto brevemente durante il Rinascimento, per riprendere cupamente nel periodo Vittoriano, ed essere spazzato via dalla liberazione sessuale del XX secolo.

Il tutto, si intuisce, è genuinamente divertente e qua e là istruttivo. Forse lo sarebbe ancora di più se aneddoti e teorie riportati, specie dal punto di vista storico, fossero meglio documentati: l’autore spesso presenta come certezze, senza citare fonti, quelle che hanno l’aria di essere solo sue ipotesi. Peccato, perché quello del piacere sessuale è davvero un… eccitante problema di sovrapposizione tra evoluzione culturale ed evoluzione biologica: e un volume che si propone, come questo, di riunire e soppesare la conoscenza in materia merita una distinzione più chiara tra l’aneddoto, la provocazione e il colore – ci mancherebbe che non ci fossero – e l’analisi scientifica. Altrimenti, di fronte all’ennesimo aneddoto di incerta origine sui costumi sessuali di qualche popolazione del passato (Margolis c’era?), il lettore non può che chiedersi, tanto per rimanere in tema: questo è vero o simulato?

Il libro

Jonathan Margolis O: The Intimate History of the Orgasm, Arrow Books, 2004.

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